L’ANTITRUST PONE FINE ALLA NORMA ILLEGALE DEL GOVERNO: “I VOUCHER NON POSSONO ESSERE IMPOSTI, SE UNO VUOLE IL RIMBORSO DEI SOLDI ANTICIPATI PER UN VIAGGIO I TOUR OPERATOR DEVONO RESTITUIRE I SOLDI”
L’EUROPA HA GIA’ CHIESTO AL GOVERNO DI ANNULLARE QUELLA CHE DI FATTO E’ UNA APPROPRIAZIONE INDEBITA… SE VOGLIONO FARE UNA MARCHETTA AL SETTORE CACCINO I SOLDI DI TASCA LORO, FACILE FARE I SIGNORI CON I SOLDI DEGLI ALTRI
L’Antitrust dà un colpo di maglio ai voucher come unico strumento di rimborso per tutti i voli cancellati a causa del Coronavirus. L’Autorità ha infatti pubblicato una segnalazione, nei confronti di Parlamento e governo nella quale boccia l’articolo 88 bis della legge 27 del 2020, quella che ha cioè convertito in legge il Cura Italia. Una norma che, a questo punto, ha i giorni contati.
Nel famigerato 88 bis, già finito nel mirino di tutte le associazioni di consumatori, lo Stato dà alle compagnie di trasporti la possibilità di non rimborsare i clienti cui è stato cancellato un viaggio. Le compagnie possono emettere un voucher dello stesso importo del biglietto, da usare entro un anno, e al quale il cliente non si può opporre.
L’idea di imporre i buoni anzichè ridare i soldi ai clienti non è solo italiana. Ed è il frutto della crisi senza precedenti che stanno affrontando le società di trasporti, in particolare le compagnie aeree.
Ma l’argomento di Antitrust è semplice: la legge italiana è in contrasto con la normativa europea, che prevede – in questi casi – possibilità di scelta tra rimborso e voucher. E a rinforzo della sua tesi ricorda come la stessa Commissione europea, pochi giorni fa avesse inviato ad alcuni Stati membri (tra i quali l’Italia) la raccomandazione di non imporre i voucher, ma di rispettare la possibilità di scelta.
L’Autorità ribadisce quanto detto dall’esecutivo europeo: per invogliare i clienti ad accettare i voucher, la “pistola alla tempia” non è una buona idea, bisogna renderli più appetibili. Assicurandoli dal rischio di fallimento di tour operator o vettori; rendendoli cedibili a parenti e amici e, soprattutto, garantendo il rimborso nel caso in cui non vengano utilizzati.
Ma al di là dei consigli e delle raccomandazioni, il ceffone di Antitrust alla legge italiana è in queste parole: “A fronte del permanere del descritto conflitto tra normativa nazionale ed europea”, l’autorità “interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria disapplicando la normativa nazionale con esse contrastanti”.
Tradotto: chi continuerà a imporre i voucher, troverà davanti a sè le barricate.
“Una decisione centrale che contribuisce a dare forza a quella che già da tempo era la nostra posizione. Impensabile far perdere il denaro a migliaia di consumatori per un’emergenza sanitaria di cui non hanno assolutamente colpa” sono le parole di Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia.
“Ora il ministro Franceschini deve dimettersi, assumendo le sue responsabilità , essendo l’ideatore dell’operazione voucher” tuona Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc). “Chiedendo ai consumatori di svolgere il ruolo pubblico di sovvenzionare e finanziare le imprese di viaggi e vacanze, ha danneggiato lo stesso settore turistico, visto che nessuno prenota oggi le vacanze non avendo nè la certezza di poter raggiungere il luogo di villeggiatura, nè, in caso di annullamento del pacchetto turistico, di poter riavere i soldi spesi, ma solo un voucher” prosegue Dona.
(da agenzie)
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