L’ASSALTO ALLA DILIGENZA: I MINISTRI VOGLIONO 12 MILIARDI, LO SCUDO FISCALE FERMO A 3,8 DI ENTRATE
MENTRE BERLUSCONI PREPARA IL DISCORSO “IO NON CI STO”, EMULO DI SCALFARO NEL 1993, TREMONTI CERCA DI DIRE DI NO A TUTTI….E SULLA LEGGE AD PERSONAM E IL PROCESSO BREVE IL GOVERNO NON SA COME USCIRNE
Berlusconi non pare orientato a prendere la parola al Senato per fare un discorso in cui rivendicare la sua estraneità ai fatti che gli addebitano i giudici e la necessità di approvare subito il processo breve.
Otterrebbe un palcoscenico, certo, ma lo garantirebbe anche all’opposizione, col risultato che poi sui Tg risulterebbero anche le tesi della minoranza.
Per questo sta prendendo corpo l’ipotesi di un discorso alla nazione, stile “Io non ci sto” di Scalfaro versione 1993, in cui il premier potrà dire agli italiani, in perfetto regime di monopolio, che il processo breve serve ai cittadini perchè la giustizia è troppo lunga e che lui deve essere protetto “dai giudici comunisti” perchè gli italiani lo hanno votato .
La data potrebbe essere il 4 dicembre a reti unificate: in quel giorno è prevista la deposizione di Gaspare Spatuzza a Palermo nel processo per mafia che vede coinvolto Dell’Utri.
A palazzo Chigi si teme che in quei giorni venga spedito al premier dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo un avviso di garanzia per associazione mafiosa ( sulle basi delle dichiarazioni di pentiti).
Nel frattempo crescono le perplessità sulla strada da seguire sul processo breve: l’idea è di depurarlo di molti elementi di palese incostituzionalità , ma anche così è a rischio: non puoi togliere la distinzione tra incensurati e chi ha precedenti, altrimenti saltano tutti i processi, ma se la lasci è a rischio incostituzionalità , tanto per fare un esempio.
E’ un decreto fatto coi piedi, come ha sottolineato persino l’ex avvocato del premier, Pecorella, in aperta polemica con Ghedini.
Una legge costituzionale poi non serve perchè ci vorrebbe un anno per approvarla e qua urge una legge ad personam, anche se poi si nega la verità . Il centrodestra si sta impiccando alla sua corda, a parer nostro, contorcendosi in tante soluzioni pretestuose e patetiche che finiscono solo per ritorcersi contro chi le vuole.
La soluzione è semplice: se sai che ti aspettano processi o non ti presenti alle elezioni o, se lo fai, poi ti presenti anche ai processi.
I processi sono fatti di tre gradi, prima che si arrivi al terzo è finita la legislatura da un pezzo e nessuno obbliga Berlusconi a dimettersi in caso di condanna in primo grado.
Quanto alla magistratura politicizzata, forse ne sa più qualcuno che ha militato a destra negli anni in cui i forzaitalioti stavano al governo in altri partiti, mentre alcuni “giudici schierati” spesso indagavano per strage esponenti di destra, risultati poi estranei ai fatti dopo anni di galera.
Ma non ci ricordiamo che allora qualche notabile attuale del Pdl gridasse al garantismo.
Fermo restando che alle accuse in tribunale si oppongono le difese, ribadiamo il concetto che un uomo di destra, per fomazione mentale, culturale e spirituale, ai processi si presenta a testa alta, non scappa.
Male non fare, paura non avere.
In ogni caso è pazzesco che un governo da mesi non pensi ad altro che alle leggi per salvare il premier dai processi.
In tema di finanzaria, liti quotidiane tra Tremonti e Brunetta a parte, dissensi di Baldassare a parte, siamo arrivati invece a un’altra situazione assurda. Tremonti sostiene che non ci sono soldi per nessuno, in attesa del gettito dello scudo fiscale (sempre meno, ora si parla di 3,8 miliardi).
Al tempo stesso, ecco però l’elenco dei ministri che battono cassa: Maroni vuole 1,2 miliardi per il contratto scaduto agli agenti da tre anni ( neanche quelli sonos tati capaci di accantonare…), La Russa vuole 1 miliardo perchè i nostri mezzi all’estero perdono i pezzi per strada, la Gelmini vuole 1 miliardo per scuola e università , Scajola cerca 1,5 miliardi per la banda larga, la rottamazione, e l’aeronautica, la Prestigiacomo ha bisogno di 1,5 miliardi per il piano idrogeologico nazionale e 100 milioni per Messina, Bondi cerca 500 milioni per i fondi per lo spettacolo
Risparmiandovi altri dettagli il conto finale arriva alla bella cifra di 12 miliardi come necessità inderogabile.
Con i Comuni del nord del Nord sul piede di guerra perchè gli hanno tolto l’Ici senza integrare con altri fondi e tra poco restituiscono la fascia tricolore per protesta.
A tutti si risponde: vedremo con le entrate dello scudo fiscale ( già impegnate per almeno 7 miliardi, tra l’altro in altri interventi).
Se non siamo alle comiche finali, poco ci manca.
Coi sindaci leghisti incazzati contro i vertici della Lega che li hanno rovinati con l’Ici ( così imparano con chi hanno a che fare)
Se non ci fosse da piangere, ci scapperebbe persino una risata.
Quella che li seppellirà .
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