L’ATTENTATORE SOVRANISTA DEL MERCATINO DI NATALE IN GERMANIA ODIA L’ISLAM ED È UN FAN DELL’AFD E DI MUSK
IL 50ENNE TALEB AL ABDULMOHSEN, LO PSICHIATRA SAUDITA AUTORE DELLA STRAGE A MAGDEBURGO, ERA UN RIFUGIATO PERFETTAMENTE INTEGRATO, CHE HA POI ABBRACCIATO UN FANATISMO DI DESTRA E ANTI-ISLAMICO – AVEVA POSTATO VIDEO DELIRANTI: “DOBBIAMO FERMARE L’ISLAMIZZAZIONE DELL’EUROPA”
L’hanno preso a cento metri dalla strage. La polizia lo ha fermato all’altezza di una fermata del tram, lui si è sdraiato a terra per farsi ammanettare accanto alla sua Bmw presa a noleggio, calmo. Ma tra i pochi secondi del massacro e la cattura, Taleb Al Abdulmohsen è riuscito a postare un paio di video deliranti che potrebbero essere una delle chiavi della strage dell’avvento che ha sconvolto la Germania.
“Sono perseguitato dai tedeschi”, sostiene nei video. E in un post su X scrive che “Socrate è stato ucciso dai greci e nessuno ha pagato. Se giustizia deve essere fatta, dovrebbe essere quella di fermare l’islamizzazione dell’Europa”.
Emerge il profilo di un lento ma inesorabile deragliamento di un cittadino modello. Emerge la storia di un approdo in Germania cominciato secondo i migliori auspici, da rifugiato perfettamente integrato, e di una biografia finita fuori strada per un crescente fanatismo anti islamico che aveva portato l’ex rifugiato ad abbracciare tesi e figure di spicco dell’estrema destra contemporanea, da Elon Musk ad Alice Weidel, passando per il capo degli Identitari, Martin Sellner.
Abdulmohsen arriva in Germania nel 2016, dopo la specializzazione in psichiatria. Comincia a lavorare nella clinica di Bemburg, in Sassonia-Anhalt, una cinquantina di chilometri a sud di Magdeburgo. E in quegli anni, il suo profilo sembra quello di un migrante integrato e generoso: Al Abdulmohsen si attiva per le donne saudite che vogliono scappare dal regime e “dagli stupri dei loro tutori maschili”, come racconta nel 2019 alla Frankfurter Rundschau.
“Sono la persona più critica dell’Islam della storia”, confessa al quotidiano tedesco. Altre interviste seguono: grandi quotidiani tedeschi, la Bbc. All’epoca, Al Abdulmohsen ha ancora fiducia nel sistema di asilo tedesco che “può donare alle donne la libertà”. Anzitutto alle sue concittadine oppresse da una monarchia islamica.
E lui stesso ottiene lo status di rifugiato nel 2016 perché sostiene che il suo totale rifiuto dell’Islam lo abbia esposto a minacce di morte da parte dei fanatici. Negli anni successivi, però, qualcosa va storto.
Al Abdulmohsen comincia a postare video sempre più lunghi, sempre più deliranti. Lo psichiatra sembra aver perso fiducia nella Germania, si radicalizza. Su X attacca sempre più spesso il Paese che lo ospita, reo di “dare la caccia ai rifugiati sauditi all’interno del Paese e all’estero per distruggere le loro vite”. Sostiene che la Germania voglia “islamizzare l’Europa”, posta una foto dell’ex cancelliera Angela Merkel con la scritta in inglese “Ho distrutto l’Europa”.
E un tarlo comincia a mangiargli il cervello. Che i suoi concittadini siano minacciati dalle “autorità” tedesche, che agli atei come lui, la Germania preferisca “gli jihadisti”. Su siti americani anti islamici comincia a chiedere che si chiudano le frontiere. E la sua deriva si spinge talmente in là che inizia a simpatizzare con l’estrema destra, tedesca e globale.
Gli piace il tecno-sovranista Elon Musk, ama l’ultradestra tedesca della quale scrive: “Chi, se non l’Afd, combatte l’Islam?”. Si sente confortato, nel suo viscerale odio contro i musulmani, persino dal capo degli Identitari, Martin Sellner. E ad Alice Weidel, capa dell’Afd, Al Abdulmohsen scrive direttamente su X: “La sinistra è pazza, abbiamo bisogno dell’Afd per proteggere la polizia”.
(da La Repubblica)
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