LAVITOLA E I MERCOLEDI “LETTERARI” DI BERLUSCONI
“UNA VOLTA ERANO CENE E BASTA ORA SONO DIVENTATE NOTTI DI SESSO”… “UNA VOLTA DIRE CHE SI ANDAVA DAL PREMIER GRATIFICAVA, ORA NON CI PUOI ANDARE SENNO’ POI LE DONNE A CASA TI MENANO”
“Sesso e droga”, altro che “cene eleganti “.
Così descrive le notti del premier Valter Lavitola, uno degli uomini più vicini al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L’imprenditore-faccendiere – che frequenta Palazzo Grazioli con generali della Finanza e i vertici dei servizi segreti, e che partecipa ai vertici del ministero degli Esteri – lo racconta al telefono in almeno due occasioni, nell’ottobre del 2009.
Ignaro di essere ascoltato dagli uomini della polizia giudiziaria di Pescara, che lo intercettano per indagare sull’imprenditore Giuseppe Spadaccini, autore di uno strano investimento da tre milioni di euro nelle casse dell’Avanti! (e accusato di evasione internazionale per 90 milioni di euro).
E così, Lavitola commenta – e involontariamente mette a verbale – le notti del premier sia con l’imprenditore e stampatore Maurizio Farina, sia con il senatore del Pdl Romano Comincioli, compagno di scuola di Berlusconi, deceduto lo scorso mese di giugno.
E tanto per i due interlocutori quanto per il faccendiere, ciò che il premier smentisce pubblicamente (e oggetto d’indagine in almeno tre inchieste giudiziarie tra Napoli, Bari e Milano) appare, invece, nel privato una certezza.
23 ottobre del 2009, ore 17: 23.
Maurizio Farina telefona a Valter Lavitola e i due, che lavorano assieme (per anni l’Avanti! è stato stampato proprio dal gruppo Farina) e che condividono la passione per la caccia, finiscono per parlare dei “mercoledì sera” con il presidente del Consiglio.
V – Pronto?
M – Pronto Valter, sono Maurizio.
V – Agli ordini….
M – Agli ordini? Tu sei l’uomo più potente d’Italia! Sei amico di Silvio, scusami!
V – No, no, amico di Mario e Maurizio (fratelli Farina, ndr), eeeh…(ride)
M – Senti, quando andate a scopà il mercoledì sera con Silvio perchè non me chiamate qualche volta pure a me?
V – Ma zitto, ma tu scherzi… Invece, una volta quando dicevi che andavi dal presidente era una cosa che ti gratificava… Mo’ non puoi andare se no (le donne a casa, ndr) ti menano…
M – (ride)
V – Davvero! Ci puoi andare fino all’ora di cena, dopo cena no… (ride)
M – Mettono tutti fuori mettono… (ride). Senti mi dispiace ma per domani non ce la facciamo (ad andare a caccia, ndr) domenica mattina.
V – Va bene, ok mò lo chiamo e glielo dico.
Giuseppe Caporale
(da “la Repubblica“)
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