LAVORO, CALA LO STIPENDIO MEDIO
LA RETRIBUZIONE E’ PIU’ ALTA SE L’AZIENDA E’ DI GRANDI DIMENSIONI, PIU’ BASSE NELLE PICCOLE IMPRESE… PENALIZZATE LE DONNE
Cala la retribuzione media nel settore privato da 14,01 euro l’ora nel 2015 a 13,97 nel 2016, secondo gli ultimi dati Istat.
La metà dei dipendenti percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,21 euro nel 2016. Mentre il 6,3% dei posti ha uno stipendio basso (inferiore o uguale a 7,47 euro, due terzi della mediana nazionale).
Queste posizioni a bassa retribuzione (“low pay jobs”) sono diminuite rispetto al 2014 (-6,7%).
Con riguardo alle caratteristiche dell’impresa dove il lavoratore è occupato, le retribuzioni orarie mediane crescono al crescere della dimensione aziendale, con una progressione maggiore nell’Industria rispetto ai Servizi.
Nel 2016, la retribuzione oraria mediana è pari a 10,18 euro nell’Industria e a 10,07 euro nei Servizi per le imprese con meno di 10 dipendenti; a 15,93 euro nell’Industria e 12,04 euro nei Servizi per quelle con 250 dipendenti e più.
Per le donne, la distribuzione delle retribuzioni orarie è orientata verso livelli bassi. Nel 2016 ha percepito una retribuzione oraria superiore a 15 euro il 17,8% delle donne contro il 26,2% degli uomini.
Una retribuzione oraria inferiore a 8 euro è stata invece percepita dall’11,5% delle donne e dall’8,9% degli uomini.
I nuovi rapporti di lavoro stipulati nel 2016 fanno registrare una retribuzione oraria pari a 9,99 euro, che è più bassa del 18,4% rispetto a quella dei rapporti in essere (12,25 euro).
In termini percentuali la differenza di retribuzione oraria mediana dei nuovi rapporti rispetto a quelli in essere è molto più alta per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%).
In sede di attivazione di un nuovo rapporto di lavoro, chi ha una laurea viene retribuito in media il 9,9% in più, valore che sale al +15% nel Nord-Ovest e si riduce al +0,8% nel Mezzogiorno.
Nel 2016 il 6,3% delle posizioni lavorative ha avuto una retribuzione oraria inferiore o uguale ai due terzi della mediana nazionale, ovvero inferiore o uguale a 7,47 euro. Tali posizioni a bassa retribuzione (“low pay jobs”) sono diminuite rispetto al 2014 (-6,7%).
“La retribuzione oraria mediana è sempre maggiore per i lavoratori nati in Italia rispetto ai colleghi nati all’estero”, osserva l’Istat, una volta fissate anzianità aziendale e qualifica contrattuale.
L’istituto calcola che la differenza nella paga mediana va dal minimo per operai ed apprendisti con anzianità inferiore a 5 anni (pari a 0,46 euro), al massimo per impiegati e dirigenti con anzianità fra 5 e 20 anni (pari a 1,38 euro).
(da “NextQuotidiano”)
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