LE AMNESIE DEL “CLIENTE GHEDDAFI” E IL SILENZIO DELLA DESTRA
CI SIAMO FATTI DARE LEZIONI DI DEMOCRAZIA DA UNO CHE HA APPENA NOMINATO MINISTRO DEGLI ESTERI IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI… PER ANDARE ALLA CAMERA STAVA MALE, MA DUE ORE DOPO ERA AL RISTORANTE… PER SILVIO E’ UN “CLIENTE BIZZARRO”, MA QUALCUNO FORSE DIMENTICA CHE L’ITALIA NON E’ UN’AZIENDA, MA UN POPOLO CON LA PROPRIA DIGNITA’
Ha fatto affari nel tendone da beduino, ha provocato con la foto dei “martiri del colonialismo”, ha girato Roma con la divisa simile a quella dei vigili urbani di Orbetello, è arrivato costantemente in ritardo da 1 a 3 ore a tutti gli appuntamenti , compreso Università e Confindustria, Presidente della Repubblica e ristorante “Bolognese”.
Ci ha dato lezioni di democrazia, proprio lui che perseguita i dissidenti e che pochi giorni fa ha nominato ministro degli Esteri il capo dei servizi segreti, cioè il responsabile della sparizione degli oppositori tra Bengasi e Tripoli.
Poi ha lanciato qualche briciola di pane dal virtuale balcone e l’imprenditoria italiana ha sgomitato scodinzolante per raccogliere qualche crosticina.
Tutti proni alla Mecca affaristica di Tripoli, ci ha preso a schiaffi… cosa non si sopporta per una piccola elemosina.
Fini almeno lo ha congedato dopo due ore di attesa dovuto a un “malore” che però non gli ha impedito dopo due ore di sedersi al tavolo della “Bolognese” a bisbocciare.
Ma la politica è stata vergognosamente succube verso colui che espelleva gli italiani, i figli di italiani, i nipoti di italiani, come se tutti fossimo criminali, figli e nipoti di criminali. Di chi in un’aula universitaria, ha giustificato l’assenza di elezioni e parlamento in Libia in quanto il potere sarebbe già “nelle mani del popolo”.
Gheddafi ha incassato 5 miliardi di euro dal duo Berlusconi-Maroni per presunti “danni coloniali” che avremmo arrecato nel 1911.
Peccato che allora la Libia non esistesse neppure, vi erano la Tripolitania e la Cirenaica che erano stati sotto la sovranità dell’Impero Ottomano dal 1551, un dominio barbaro e primitivo. Conquistammo una scatola di sabbia: non c’erano strade, nessun servizio pubblico, neppure un porticciolo.
L’Italia costruì 3.000 km di strade asfaltate, rese percorribili 7.500 km di piste, creò i porti commerciali di Tripoli e Bengasi, fece una ferrovia di 400 km, bonificò migliaia di ettari di terre incolte, trasformò gli antichi territori coloniali in 4 province dello Stato italiano.
Ci sono stati episodi di crudeltà , come in tutte le guerre, e come tali da condannare senza remore, ma l’Italia costruì scuole, ospedali, villaggi, case, coltivazioni.
Ma questo nessuno ha avuto le palle di ricordarlo a Gheddafi.
Lezioni di democrazia da chi ha cacciato gli italiani, confiscandone i beni e profanando persino i cimiteri per liberarsi delle ossa dei nostri connazionali?
Lezioni di democrazia da chi violò la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo e la carta di San Francisco che la Libia aveva peraltro sottoscritto nel 1954 o da chi perseguita ancor oggi i dissidenti?
Il premier Berlusconi lo conosciamo: per lui Gheddafi è come un “cliente bizzarro” che va assecondato, l’importante sono gli affari, le commesse, il petrolio.
Tante promesse, ma l’unica cifra certa per ora sono i 5 miliardi di dollari che diamo noi a lui per i danni coloniali e per fare il “lavoro sporco” di buttare a mare anche gli immigrati che hanno diritto di asilo politico.
Una concezione dello Stato da “società per (cattive) azioni”, senza storia, orgoglio nazionale, dignità , valori.
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