LE FERIE STANNO DIVENTANDO UN MIRAGGIO: IL 16% DEGLI ITALIANI NON ANDRÀ IN VACANZA A CAUSA DELL’AUMENTO DEI COSTI
IL RITORNO IN MASSA DEI TURISTI STRANIERI HA PORTATO A UN BOOM DEI PREZZI DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE… I RINCARI PRINCIPALI RIGUARDANO I VOLI NAZIONALI (+24%), MA ANCHE GLI ALLOGGI, I TRASPORTI FERROVIARI, GLI STABILIMENTI BALNEARI
Adesso che la spinta dei lavori legati al Superbonus si sta via via affievolendo e le imprese di costruzioni, assieme a quelle manifatturiere, segnano il passo, se l’economia italiana continua a crescere anche nel secondo trimestre dell’anno, anche solo a ritmo moderato, lo si deve ai servizi ed in particolare alla spinta che arriva dal turismo, «che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri», segnala Bankitalia nel suo ultimo Bollettino trimestrale.
BOOM DI TURISTI RICCHI
Già l’anno passato tutte le voci legate al turismo sono tornate a crescere mettendo a segno un +5,3% con la componente estera che ha ripreso il sopravvento su quella domestica raggiungendo il 52,4% dei pernottamenti ed un aumento della spesa reale del 10,5% rispetto al 2022 che alla fine dell’anno ha generato un saldo attivo pari a 1,1 miliardi di euro.
L’EFFETTO SUL COSTO DELLA VITA
Il rovescio della medaglia è legato all’inflazione. Perché l’arrivo in massa di turisti stranieri con alta capacità di spesa determina inevitabilmente una impennata di tutti i prezzi. Lo ammette la stessa Banca d’Italia spiegando che già da un paio di anni, «per effetto della ripresa della domanda l’inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi , ristoranti, pacchetti vacanze, e trasporti) è stata nettamente superiore alla media dei servizi». Portando il fenomeno alle estreme conseguenze il Codacons, che ieri ha definito gli aumenti quest’anno «del tutto ingiustificati»,
VOLI NAZIONALI +24%
L’analisi dei rincari elaborata dall’Unione nazionale consumatori in base ai dati provvisorio sull’inflazione di giugno comunicati dall’Istat, mette al primo posto assoluto i voli nazionali, che il mese scorso sono saliti del 24,4%; a ruota villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (12,7%) e quindi i voli internazionali (+7,3%). Rispetto ad un anno i pacchetti vacanza nazionali costano ben il 20,5% in più, +9,3% il trasporto ferroviario, +7,9% i parchi di divertimento, mentre stabilimenti balneari, piscine e discoteche sono saliti del 5,7% così come villaggi vacanze e campeggi, più 5,2% invece per alberghi e pensioni.
Altroconsumo ha svolto un’indagine a campione per verificare i costi del soggiorno per due persone in hotel o B&b in sei località che vanno per la maggiore (Cervia, Ortisei, Gallipoli Valdisotto, Firenze e Napoli) per concludere che i prezzi al mare sono saliti del 23% e quelli in montagna del 27%. Nelle città d’arte il soggiorno per una notte costa in media 95-96 euro, un hotel in montagna in media può arrivare anche a 165 euro, mentre i B&b più cari sono quelli del mare (137 euro). In questo modo per trascorrere la prima settimana di agosto in una delle città analizzate due persone arrivano a spendere almeno 1.000 euro.
Anche spostarsi in auto sarà più caro: in attesa del prevedibile rincaro dei carburanti di Ferragosto, quest’anno rispetto al 2023 bisogna mettere in conto l’aumento medio del 2,4% dei pedaggi autostradali scattato a inizio anno ed il raddoppio del canone base del Telepass scattato il primo luglio. Poi ci sono i prezzi «stellari» delle soste in autogrill: sempre secondo Altroconsumo un panino può infatti arrivare a costare anche 8 euro (il 70% di quanto costa in un normale bar), un caffè 1,35 euro (+14% rispetto al bar) e 3 euro una bottiglia d’acqua che al supermercato costa 0,67 euro.
IN TANTI RINUNCIANO ALLE FERIE
Risultato di tutto questo? Secondo un sondaggio Swg-Confcommercio il 16% degli italiani quest’anno non andrà in vacanza: un terzo di loro dichiara infatti di non avere sufficiente disponibilità economica, mentre un altro 23% ha la necessità di risparmiare.
(da agenzie)
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