LE LEGA MINACCIA ELEZIONI ANTICIPATE, ANZI NO
BOSSI, SFUGGITO ALLA BADANTE ROSI MAURO, SVENTOLA LA MINACCIA… POI ARRIVA L’INFERMIERE CALDEROLI E, GRAZIE A UN SEDATIVO, GLI RICORDA CHE NON SI MOLLANO LE POLTRONE….FINI LE CANTA MEGLIO DI APICELLA E SILVIO FA UNA COSA NUOVA: SI GUARDA ALLO SPECCHIO E SI COMPLIMENTA CON SE STESSO…MAGARI SI VOTASSE
Volano schiaffoni nel centrodestra: da un lato Fini ha rotto gli indugi, prima che Berlusconi trascini l’Italia nella deriva leghista, l’unico alleato in grado di garantirgli, sulla base del ricatto e della convenienza reciproca, di non finire davanti ai giudici a breve.
Fini pare interessato più alla linea politica e le canta al premier in modo inusuale, per un Silvio abituato a una corte di ruffiani ( in prima fila Gasparri) e alle melodie di Apicella.
Il presidente della Camera parla di politica e per gente abituata solo a parlare di poltrone, l’effetto risulta fastidioso: “Un immigrato è per prima cosa una persona. Parlare solo dei suoi doveri e non dei suoi diritti è un autentico suicidio della ragione, oltre che della pietà cristiana”.
Fini mena fendenti: “Non si possono ridurre a boutade propagandistiche i continui interventi della Lega volti a svilire l’unità d’Italia, una cosa sono i dialetti, altra è il tricolore. Nei respingimenti deve essere puntuale anche la verifica del diritto di asilo, basta coi barconi riportati in Libia senza alcun controllo”.
Fini raccoglie ovazioni agli Stati generali dell’Udc a Chianciano e a Silvio e Bossi il fegato non diventa certo più sano dopo le sue parole.
Bossi si spreme e commenta: “Diritti a casa loro, qua contano solo gli italiani”, come se questi disperati a casa loro li avessero o la Lega contribuisse a garantirglieli altrove.
Dimentica forse che il Governo monocolore leghista, cui Berlusconi ha ridotto il centrodestra, è pure moroso con il versamento della quota di nostra spettanza per gli aiuti umanitari.
Alla Lega non frega un cazzo di aiutare nessuno a casa propria, l’importante è tenere le chiappe adipose padane dei loro dirigenti ben incollate alle poltrone, fonte per molti sfaccendati di remunerati incarichi.
Tutto il resto sono palle.
A un certo punto Bossi, sfuggendo alla badante Rosi Mauro che lo assiste in caso di eccesiva oscillazione, si inalbera e minaccia “Altrimenti andremo a elezioni anticipate”.
Come in tutti gli istituti di cura che si rispettino, quando uno schiaccia il campanello, arriva l’infermiere Calderoli che lo corregge: “ma no, evitiamo le elezioni anticipate, meglio attuare il programma”.
Il poveretto si era già visto sfilare sotto il culo la sua poltrona da Ministro inutile ( tanto per semplificare).
Il famoso programma cui ogni tanto qualcuno si appella…
Ma nel programma c’era scritto forse che dovevamo attuare una politica razzista o solo che dovevamo allontanare i clandestini che delinquono?
C’era scritto forse anche la lista delle veline da invitare per le cene a Palazzo Grazioli o il menu delle cenette del lunedì ad Arcore?
C’era scritto che dovevamo ridurre di 3 miliardi il bilancio delle forze dell’ordine o licenziare i precari della scuola?
Che nulla si doveva fare per ridurre i costi della Casta o che dovevano regalare Alitalia a qualche amico imprenditore, pagando noi i debiti?
Che dovevamo realizzare riforme concrete o saperle venderle come spot televisivi?
O forse il programma che avevate dato agli Italiani era un altro? Magari agli italiani è giunta un’altra copia di quella che avete in tasca voi.
C’era anche scritto che dovevamo non rispettare le leggi internazionali e le convenzioni che abbiamo firmato?
C’era scritto che dovevamo forse anche sopportare tutte le stronzate che la Lega quotidianamente propone, insultando altri italiani, la storia d’Italia e l’Unità nazionale?
Magari si andasse ad elezioni, ognuno per conto proprio però, così ci si conta…
Una bella campagna elettorale però, dove di ogni candidato si sappia cosa ha fatto nella vita, magari di chi è la proprietà depositata del simbolo che lo rappresenta, come ha fatto a pagarsi i debiti personali.
O che giri turistici ha fatto in altri partiti, prima di approdare, tra qualche fucilata ai fringuelli, alle sponde padane.
O magari sfrugugliando su certi dirigenti locali fatti figurare come portaborse di parlamentari europei.
Una bella campagna elettorale per far capire agli italiani quanto “siano diversi e disinteressati” i candidati della padagna del magna magna.
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