LE MACERIE SCOMPARSE DA CASTELLUCCIO
LA DENUNCIA DEL COMITATO CIVICO: “INTERRATI CALCINACCI IN MODO IRREGOLARE IN AREA DEL PARCO NAZIONALE”
L’ultima volta che avevo sentito Augusto Coccia era novembre. “Sputo sangue – mi aveva raccontato – I medici mi hanno detto che ho una polmonite, non posso salire a Castelluccio se non guarisco”.
Non era una polmonite e Augusto Coccia da domenica non c’è più ma la malattia non lo aveva fermato del tutto.
A Castelluccio aveva continuato a salire di tanto in tanto in questo secondo lungo inverno in cui uno dei borghi più belli d’Italia è totalmente isolato, strade chiuse, case crollate per il terremoto, nessun accenno non solo a una ricostruzione ma nemmeno alla creazione di un’area dove potrebbero sorgere le future Sae, le casette per affrontare l’emergenza che qui sembrano una barzelletta che non fa ridere più nessuno.
Augusto Coccia era un allevatore e un produttore di lenticchie. Un omone che sembrava indistruttibile. Era stato il primo residente a tornare quest’estate a vivere nel borgo. Non c’era nulla ma aveva preso un camper e si era arrangiato riaprendo il banco sulla piazza principale dove vendeva legumi e salumi.
Aveva continuato a aggiornare il suo profilo Facebook raccontando la rabbia per le condizioni del borgo dove dall’inizio dell’autunno tutte le strade sono rimaste chiuse fino a due settimane fa quando ne è stata riaperta una sul versante delle Marche e dove, a un anno e mezzo dal terremoto, ai 120 residenti ufficiali (secondo il censimento del 2011) il comune di Norcia (a cui appartiene) ha promesso 8 casette perchè 8 sarebbero i nuclei di residenti permanenti effettivi e perchè in un’area protetta non è semplice trovare lo spazio per diverse aree Sae.
L’ultimo post di Augusto Coccia risale a dieci giorni fa, è la condivisione di una denuncia del Comitato civico di Castelluccio.
Il presidente, Urbano Testa, racconta le irregolarità compiute durante i lavori di rifacimento dell’ultimo tratto della strada che porta verso il borgo di Castelluccio. “Sono scomparse le macerie di un deposito espropriato dopo il terremoto per la realizzazione dei lavori dell’area dove sorgerà il Deltaplano.
Si tratta dei resti di un intero edificio crollato e di 240 metri di guaina che invece di essere portati via o di essere correttamente posti in una discarica temporanea come prevede la legge, sono stati sepolti nel terreno che è anche un’area protetta perchè parco nazionale”. Sepolti senza alcun cartello a indicare o delimitare l’area, specifica Urbano Testa dopo la scrittura del post.
Una denuncia che ha ribadito anche la scorsa settimana davanti a tutte le istituzioni, dal comune di Norcia alla Provincia, la Protezione Civile, durante la seduta per l’insediamento del Tavolo permanente per monitorare l’emergenza e la ricostruzione di Castelluccio: “In quella zona sta sorgendo del calcinaccio armato. I calcinacci dell’edificio crollato non ci sono più e non si sa dove siano. Pregherei la Provincia di controllare l’azienda che sta realizzando i lavori”, ha avvertito.
Al sindaco di Norcia invece ha chiesto ‘una speranza’ perchè “le persone di Castelluccio sono al limite del baratro. La gente non ne può più: da 18 mesi stiamo parlando, fate qualcosa”. È accaduto qualcosa? ‘Nulla, si sta continuando a depositare calcinacci in modo non regolare”, risponde Urbano Testa.
(da “LLA DENUNCIA DEL COMITATO CIVICO: “INTERRATI CALCINACCI IN MODO IRREGOLARE IN AREA DEL PARCO NAZIONALE”
L’ultima volta che avevo sentito Augusto Coccia era novembre. “Sputo sangue – mi aveva raccontato – I medici mi hanno detto che ho una polmonite, non posso salire a Castelluccio se non guarisco”.
Non era una polmonite e Augusto Coccia da domenica non c’è più ma la malattia non lo aveva fermato del tutto.
A Castelluccio aveva continuato a salire di tanto in tanto in questo secondo lungo inverno in cui uno dei borghi più belli d’Italia è totalmente isolato, strade chiuse, case crollate per il terremoto, nessun accenno non solo a una ricostruzione ma nemmeno alla creazione di un’area dove potrebbero sorgere le future Sae, le casette per affrontare l’emergenza che qui sembrano una barzelletta che non fa ridere più nessuno.
Augusto Coccia era un allevatore e un produttore di lenticchie. Un omone che sembrava indistruttibile. Era stato il primo residente a tornare quest’estate a vivere nel borgo. Non c’era nulla ma aveva preso un camper e si era arrangiato riaprendo il banco sulla piazza principale dove vendeva legumi e salumi.
Aveva continuato a aggiornare il suo profilo Facebook raccontando la rabbia per le condizioni del borgo dove dall’inizio dell’autunno tutte le strade sono rimaste chiuse fino a due settimane fa quando ne è stata riaperta una sul versante delle Marche e dove, a un anno e mezzo dal terremoto, ai 120 residenti ufficiali (secondo il censimento del 2011) il comune di Norcia (a cui appartiene) ha promesso 8 casette perchè 8 sarebbero i nuclei di residenti permanenti effettivi e perchè in un’area protetta non è semplice trovare lo spazio per diverse aree Sae.
L’ultimo post di Augusto Coccia risale a dieci giorni fa, è la condivisione di una denuncia del Comitato civico di Castelluccio.
Il presidente, Urbano Testa, racconta le irregolarità compiute durante i lavori di rifacimento dell’ultimo tratto della strada che porta verso il borgo di Castelluccio. “Sono scomparse le macerie di un deposito espropriato dopo il terremoto per la realizzazione dei lavori dell’area dove sorgerà il Deltaplano.
Si tratta dei resti di un intero edificio crollato e di 240 metri di guaina che invece di essere portati via o di essere correttamente posti in una discarica temporanea come prevede la legge, sono stati sepolti nel terreno che è anche un’area protetta perchè parco nazionale”. Sepolti senza alcun cartello a indicare o delimitare l’area, specifica Urbano Testa dopo la scrittura del post.
Una denuncia che ha ribadito anche la scorsa settimana davanti a tutte le istituzioni, dal comune di Norcia alla Provincia, la Protezione Civile, durante la seduta per l’insediamento del Tavolo permanente per monitorare l’emergenza e la ricostruzione di Castelluccio: “In quella zona sta sorgendo del calcinaccio armato. I calcinacci dell’edificio crollato non ci sono più e non si sa dove siano. Pregherei la Provincia di controllare l’azienda che sta realizzando i lavori”, ha avvertito.
Al sindaco di Norcia invece ha chiesto ‘una speranza’ perchè “le persone di Castelluccio sono al limite del baratro. La gente non ne può più: da 18 mesi stiamo parlando, fate qualcosa”. È accaduto qualcosa? ‘Nulla, si sta continuando a depositare calcinacci in modo non regolare”, risponde Urbano Testa.
(da “La Stampa”)
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