LE PROVANO TUTTE PER FERMARE CHI SALVA VITE UMANE IN MARE: CONTESTANDO PICCOLEZZE E CAVILLI, SI IMPONE IL “FERMO AMMINISTRATIVO” FINO A CHE NON VENGONO APPORTATE MODIFICHE CHE SPESSO NECESSITANO DI DUE MESI
IN MARE GIRANO BARCHE DI CONTRABBANDIERI E CARRETTE DEL MARE, MA NESSUNA VIENE MAI ISPEZIONATA 10 VOLTE L’ANNO … LE ONG: “VERGOGNA, VOGLIONO FERMARE I SOCCORSI”… E IL METODO DEI SOLITI TEORICI VILI DEI “TAXI DEL MARE”
Dopo Alan Kurdi e Aita Mari, ieri con lo stesso metodo la Guardia costiera ha bloccato la Sea Watch che stava per ripartire dopo la quarantena. E i tedeschi accusano: “Vergogna, vogliono fermare i soccorsi”
L’ultimo avvistamento è di un barcone stracarico di migranti a 47 miglia da Abu Kammash, in Libia. Almeno 250 persone segnalate da Moonbird, l’aereo della Ong Sea Watch rimasto da solo a pattugliare dall’alto il Mediterraneo adesso rimasto senza soccorsi.
Ancora una volta le navi umanitarie sono tutte bloccate, chi dalla quarantena ordinata dalle autorità italiane come nel caso della Ocean Viking e della mare Jonio ( dopo gli ultimi sbarchi) chi invece pretestuosi controlli e ispezioni a bordo pr andare a contestare cavilli.
Ultima la Sea Watch 3, attualmente a Porto Empedocle, è stata sottoposta a fermo amministrativo dopo un’ispezione della Guardia Costiera, che ha rilevato “diverse irregolarità di natura tecnica e operativa”.
Immediata la replica della Ong: “Ancora una volta si utilizza questo strumento per celare il vergognoso tentativo politico di fermare i soccorsi colpendo le ong senza offrire alternative alla loro presenza”.
E’ la solita tecnica: c’e’ chi fa leggi criminali in violazione del diritto internazionale, chi contesta che non tutto è a norma a bordo e vanno apportate modifiche, spesso costringendo le navi a dirigersi verso le nazioni di origine per avere il visto.
Così si tengono bloccate per due mesi e i migranti possono affogare liberamente o essere riportati in Libia dai criminali della Guardia costiera e rinchiusi nei lager fino a che non pagheranno nuovamente il viaggio ai militari libici.
Questa sarebbe l’Italia e l’Europa civile
(da agenzie)
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