LE REAZIONI ALL’ARRESTO DI CECILIA SALA: “SCARCERATELA, IL GIORNALISMO NON E’ REATO”
SCHLEIN: “UNITI PER RIPORTARE CECILIA IN ITALIA”… IL FOGLIO: “E’ UNA SFIDA ALL’OCCIDENTE”… LA SOLIDARIETA’ DI ZAKI
Iniziano ad arrivare le reazioni politiche alla notizia dell’arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran. La prima a intervenire è la segretaria del Pd Elly Schlein che chiede al governo “di mettere in campo ogni iniziativa per fare chiarezza e riportare in Italia Cecilia Sala quanto prima”. Segue l’appello di Amnesty Italia: “Scarcerarla. Il giornalismo non è reato”. “Massimo sostegno agli sforzi diplomatici del governo”, afferma il leader di Italia viva, Matteo Renzi. Mentre Sandro Gozi (Renew) e Riccardo Magi (+Eu) chiedono anche l’impegno dell’Ue nella vicenda. “Tutelare i suoi diritti”, chiede il rossoverde Angelo Bonelli. Non lesina toni duri il Foglio, il quotidiano con cui Sala collabora: “L’arresto di Cecilia Sala – scrive il direttore Claudio Cerasa – è l’ennesima sfida di Teheran all’Occidente”. Dal governo parla il ministro della Difesa Guido Crosetto che definisce l’arresto “inaccettabile” e prova a rassicurare: “Siamo al lavoro fin dal primo giorno seguendo ogni strada”. Il M5S chiede a Teheran la liberazione dell’italiana, e a Tajani di riferire in Parlamento. Chiede “il massimo impegno” al governo anche l’Anpi.
Il caso è seguito dalla presidenza del Consiglio e dalla Farnesina, che dichiara in una nota, “ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione”.
Oggi la reporter ha ricevuto la visita dell’ambasciatrice italiana in carcere a Teheran. La famiglia è stata informata dell’esito della visita, e, conclude il comunicato “in accordo con i genitori della giornalista la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda”.
“Sono con te”, scrive sui social Alessia Piperno, la scrittrice e travel-blogger detenuta per 45 giorni nel carcere di Evin, lo stesso in cui è ora Sala. “Il giornalismo non è un crimine”, ha postato su X l’attivista egiziano Patrick Zaki, esprimendo solidarietà all’italiana.
Schlein: in contatto con governo
‘Siamo molto preoccupati per il fermo in Iran della giornalista Cecilia Sala e seguiamo il caso da vicino e con grande apprensione. Chiediamo da subito al governo, con cui siamo già in contatto, di mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda, chiarezza sui motivi di questo trattenimento e, soprattutto, a riportare Cecilia Sala in Italia quanto prima”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Amnesty Italia: “Scarcerarla al più presto”
“Stiamo seguendo con attenzione la vicenda. Auspichiamo che sia scarcerata e possa riprendere al più presto la sua attività di giornalista, come è suo diritto. Il giornalismo non è reato”. Lo dice Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, sulla notizia dell’arresto della giornalista Cecilia Sala avvenuto il 19 dicembre a Teheran.
Renzi: “Massimo sostegno agli sforzi diplomatici”
“In questo momento l’unica cosa che conta è che Cecilia Sala torni a casa subito. Massimo sostegno agli sforzi diplomatici del governo. E un abbraccio grandissimo alla famiglia di Cecilia e ai suoi colleghi giornalisti”. Lo scrive su X Matteo Renzi.
Gozi: “Si adoperi l’Ue”
“Il governo italiano e l’Unione europea si adoperino senza indugio per ottenere l’immediato rilascio di Cecilia Sala. Coraggio Cecilia, siamo con te!”. Lo scrive Sandro Gozi sui social.
Magi, vigilino governo e Ue
“Tutta la nostra vicinanza a Cecilia Sala, giornalista del Foglio e Chora News, arrestata in Iran mentre svolgeva il suo lavoro. Chiediamo al governo, che si sta già adoperando, e alle istituzioni europee di vigilare e fare tutto il possibile per riportare quanto prima Cecilia a casa”.Lo afferma il segretario di Più Europa, Riccardo Magi.
Il Foglio: “L’arresto ennesima sfida all’Occidente”
L’arresto di Cecilia Sala in Iran e’ l’ennesima sfida di Teheran all’Occidente. Lo scrive Il Foglio, quotidiano con cui collabora la giornalista, detenuta dal 19 dicembre. “Cecilia era in Iran, con un visto regolare, per raccontare un Paese che conosce e che ama”, scrive il direttore Claudio Cerasa, “un Paese in cui l’informazione viene soffocata a colpi di repressione, di minacce, di intimidazioni, di violenza, di detenzioni, spesso ai danni degli stessi giornalisti”.”L’Iran è uno dei posti peggiori al mondo dove essere giornalisti” ricorda il giornale. “Da anni”, accusa Cerasa, “l’Iran fa pressione sui governi stranieri facendo quello che da anni fa anche il regime russo: arrestare illegalmente o ‘prendere in ostaggio’ cittadini stranieri”.
Bonelli: “Tutelare suoi diritti”
“Esprimo profonda preoccupazione per il fermo della giornalista italiana Cecilia Sala, avvenuto il 19 dicembre scorso a Teheran. Chiedo al Governo italiano, con il quale siamo già in contatto, di agire con urgenza per garantire la liberazione di Cecilia Sala e il suo ritorno in sicurezza in Italia. In questa fase, è cruciale che siano adottate tutte le misure diplomatiche necessarie per tutelare i suoi diritti”. Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
Crosetto: Italia segue ogni strada dal primo giorno
“Fin dal primo giorno, da quando è arrivata la notizia dell’inaccettabile arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità Iraniane, tutto il governo, in primis il presidente Giorgia Meloni e il ministro Tajani, si è mosso per farla liberare”. A scriverlo su X è il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro – continua Crosetto – le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada”.
Alessia Piperno: “Sono con te”
“Sono con te, seduta a terra in quella cella dalle pareti bianche”. Lo scrive su Instagram Alessia Piperno rivolgendosi a Cecilia Sala, detenuta in una cella di isolamento nel carcere di Evin. La stessa prigione dove Piperno è stata rinchiusa per diverse settimane dopo il suo arresto a Teheran avvenuto il 28 settembre del 2022. Piperno venne rilasciata il 10 novembre di quell’anno.
M5S a Teheran: “Libera subito”. Al governo: “Tajani riferisca”
“Esprimiamo preoccupazione e condanna per l’arresto in Iran della giornalista Cecilia Sala, detenuta da una settimana in regime di isolamento. Chiediamo spiegazioni immediate al governo di Teheran, che deve rispettare la libertà di stampa e rilasciare immediatamente la nostra connazionale. Chiediamo al ministro degli Esteri Tajani di riferire subito in Parlamento”. Lo dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle dei gruppi di Camera e Senato.
Anpi: “Governo si impegni per immediata liberazione”
“Leggo con allarme dell’arresto per ignote ragioni della giornalista Cecilia Sala in Iran. Invito il governo italiano al massimo impegno per la sua immediata liberazione e il suo rientro in Italia”. A dichiararlo à Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi.
L’ordine dei giornalisti del Lazio: “Ha raccontato con coraggio storie di popoli oppressi”
Anche il presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo e tutto il Consiglio chiedono la liberazione immediata della giovane giornalista italiana. D’Ubaldo ha dichiarato: «Ho avuto modo di conoscere Cecilia Sala, ne apprezzo la professionalità, ha partecipato ai nostri corsi di formazione, le ho consegnato recentemente il Premio Graldi. Ha raccontato con coraggio storie di popoli oppressi dove la libertà d’informazione è negata senza un motivo. Auspichiamo che la saggezza diplomatica della Farnesina riesca a riportare in Italia Cecilia, al fine di scongiurare conseguenze peggiori».
Zaki: “Solidarietà, giornalismo non è un crimine”
“Tutta la solidarietà alla giornalista italiana Cecilia Sala dopo il suo arresto da parte del regime iraniano. Il giornalismo non è un crimine”. Lo scrive sul social X l’attivista egiziano per i diritti umani Patrick Zaki, arrestato in Egitto nel 2020 e detenuto per 21 mesi prima della grazia e del ritorno in Italia.
(da agenzie)
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