LE SARDINE HANNO FATTO FUORI LA BESTIA E MORISI E’ PATETICO CON I “GATTINI PER SALVINI”
IL FATTO NUOVO SPIAZZA LA COMUNICAZIONE LEGHISTA: LE PIAZZE ORA LE RIEMPIONO PACIFICAMENTE CHI CONTESTA SALVINI
Le sardine danno fastidio a Salvini.
Per il momento sono riuscite a bloccare la passeggiata del leader della Lega a Modena e a dimostrare che i cinquemila al Paladozza non rappresentano la maggioranza dei cittadini dell’Emilia-Romagna.
Eppure Salvini non dovrebbe avere paura delle sardine, persone che scendono in piazza senza bandiere di partito (anzi, rivendicano di essere apartitiche)
E’ questa l’opposizione di cui ha paura la Lega? Una riflessione è d’obbligo a questo punto.
Matteo Salvini viene messo in difficoltà dalle Sardine, che in quanto pesci sono muti e che non hanno poi questi gran contenuti a parte ribadire che l’Emilia-Romagna non si Lega. Decisamente poco per un programma di governo. Ma alla fine quali contenuti, quale proposte è in grado di offrire la Lega in Emilia-Romagna? Fino ad ora non molti. Ci si limita a generici appelli al “cambiamento”, lasciando agli elettori il compito di interpretarne il senso come meglio credono, in modo da non scontentare nessuno e prendere i voti di tutti.
La macchina della propaganda della Lega accusa il colpo e cerca di trasformare in meme le sardine. Al punto da partorire l’idea del secolo “i gattini per Salvini” che si mangiano le sardine.
Chi ha abbastanza memoria ricorderà di quando si facevano i flash mob virtuali sulla pagina Facebook del Segretario della Lega a colpi di “Gattini su Salvini”. Dopo qualche tempo Morisi pensò bene di sfruttare la cosa a suo vantaggio e per un periodo il sedicente Capitano invitò i fan a mandare foto dei loro simpatici felini domestici. Oggi invece Salvini diventa gattaro: «ai vostri bambini felini piacciono sardine e pesciolini? Mettete la foto nei commenti! Miao!».
Il messaggio è chiaro: la Besti(olin)a si mangia la sardina. E manca solo che sulla pagina del Segretario del Carroccio venga pubblicata una foto di un piatto di pasta con le sarde o di sarde in saor. Ma Salvini non è Deng Xiaoping e non può dire «che un gatto sia nero, bianco o rosso non importa, se acchiappa i topi è un buon gatto».
Chissà se ci saranno abbastanza gatti per fermare le sardine. A Modena i proverbiali quattro gatti erano quelli che sono andati ad ascoltare Salvini nel locale di Luca Toni. In Piazza Grande invece un grande banco di sardine cantava e sguazzava sotto la pioggia. A consolare il leader della Lega ci ha pensato ieri Mario Giordano durante il suo Fuori dal coro. Il conduttore di Rete 4, che è stato anche il presentatore della kermesse leghista al Paladozza, ha fatto trovare in studio a Salvini un secchiello di pop corn e due bei panini con le sardine.
E se le papperebbe in un boccone le sardine, se potesse. Ma non ci riesce. Il movimento non ha leader, non ha un’organizzazione. Sfugge alle maglie della propaganda leghista classica, il pesce è difficile afferrare, scivola, scappa. E sfotte. Perchè ieri a Di martedì uno dei promotori delle sardine bolognesi ha risposto così a Sallusti che diceva che Salvini non è il male assoluto: «non lo crediamo, anzi, pensiamo sia umano e più fragile di ciò che si pensi, tant’è che è stato battuto da quattro ragazzi pigiando due bottoni sulla tastiera, contro la Bestia».
Hai voglia allora a cercare di dare la colpa a Prodi, a Soros e ai poteri forti perchè le sardine sono l’esatto contrario: pesci piccoli.
E il fatto che Salvini perda tempo dietro le sardine la dice lunga sul nervosismo dello staff leghista. Perchè uno che sogna di diventare Presidente del Consiglio dovrebbe preoccuparsi di quello che scendono in piazza al grido di “Bologna non si Lega”? Un motivo è perchè le sardine dimostrano che le piazze e la capacità di mobilitarsi non sono prerogative della Lega.
Un altro è che se sei gattino ti preoccupi del pesciolino, non del pesce grosso. E questo Salvini lo ha ampiamente dimostrato anche quando era ministro dell’Interno e faceva la voce grossa in Italia mentre in Europa non si faceva vedere.
(da “NextQuotidiano”)
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