L’ECONOMISTA THOMAS PIKETTY: “IL TRUMPISMO È UNA REAZIONE AL FALLIMENTO DEL REAGANISMO”
“REAGAN AVEVA PROMESSO CHE LA LIBERALIZZAZIONE GLOBALE AVREBBE ARRICCHITO TUTTI. QUARANT’ANNI DOPO, LA CLASSE MEDIA AMERICANA NON HA VISTO ALCUN BENEFICIO”
“Gli Stati Uniti stanno perdendo il controllo del mondo». L’economista francese Thomas Piketty analizza le derive del trumpismo, la fragilità dell’egemonia americana e le esitazioni dell’ Unione europea di fronte a una nuova fase di instabilità globale
Emerge una contraddizione tra la potenza americana e il suo livello di indebitamento
«Sì, ed è un punto centrale. Il debito verso l’estero degli Stati Uniti è enorme e finora è costato poco, grazie a tassi d’interesse storicamente bassi. Ma ora le cose stanno cambiando. Con tassi al 4 o 5%, gli Stati Uniti dovranno cominciare a pagare pesantemente il resto del mondo. È una situazione inedita per una potenza dominante».
Vede una logica neocolonialista?
«Trump sogna di tornare a quella logica, appropriandosi in modo brutale di risorse strategiche. Non è fondamentalmente peggiore delle potenze coloniali europee prima del 1914. Semplicemente, sbaglia epoca. Vorrebbe che quella che lui considera la pax americana […] fosse finalmente retribuita. Pensa che questo debba permettere agli Stati Uniti di finanziare i propri deficit eternamente. Si è già cominciato a vedere con le sue posizioni su Groenlandia, Panama o sulle terre rare in Ucraina».
È solo una reazione alla perdita di potenza al livello economico e finanziario?
Il trumpismo è prima di tutto una reazione al fallimento del reaganismo. Reagan aveva promesso che la liberalizzazione globale avrebbe arricchito tutti. Quarant’anni dopo, la classe media americana non ha visto alcun beneficio. Da qui, la fuga in avanti verso il nazionalismo, una postura classica a destra. Ma il discorso protezionista è anche contraddittorio: oggi gli Stati Uniti sono in piena occupazione. Dicono di aver perso posti di lavoro, ma se davvero volessero crearne dieci milioni in più, dovrebbero far arrivare lavoratori messicani e molti più immigrati. Ciò che motiva davvero Trump, J.D.Vance e i miliardari che li sostengono non è tanto la difesa dell’occupazione quanto la perpetuazione di un modello inegualitario e autoritario»
L’Europa negozia sui dazi. Quale potrebbe essere l’esito?
«L’Europa può diventare un polo di stabilità nella globalizzazione. […] Bisogna riequilibrare le istituzioni internazionali — Fmi, Banca mondiale, Wto — dando più peso a paesi come Brasile, India, Sudafrica[…] Se l’Europa non prende l’iniziativa, i Brics continueranno a costruire una propria architettura, come stanno già facendo con la New Develop
Cosa dovrebbe fare l’Ue?
«L’Europa deve quindi uscire dalla sua postura attendista e malthusiana, ovvero restrittiva. Deve investire di più sul continente, invece di accumulare surplus commerciali che sono il segno di un sottoinvestimento cronico. Ci sono poi decisioni assurde, come comprare armi per compiacere Trump, come se fosse nel nostro interesse».
(da agenzie)
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