LEGGE ELETTORALE, SCONTRO SULLE PREFERENZE
SI’ AL TESTO VOLUTO DA PDL, LEGA E UDC, MA E’ SOLO UNA BASE DI PARTENZA
Hanno finalmente adottato un testo base sulla legge elettorale: 16 voti contro 10 è passata la proposta del Pdl.
Quella che prevede il ritorno delle preferenze per eleggere due terzi dei parlamentari. Hanno votato a favore, oltre al Pdl, l’Udc, la Lega, Coesione nazionale, il Mpa e il rappresentate di Fli.
Contro solo l’Idv e il Pd che insiste sui collegi e su questo annuncia battaglia. Mercoledì prossimo scadrà il termine per presentare gli emendamenti.
Giovedì si inizierà a votare.
E Renato Schifani è convinto di portare il testo all’esame dell’aula a fine mese.
Il progetto presentato dal senatore Lucio Malan prevede un premio di maggioranza del 12,5 per cento.
Tradotto in seggi vuol dire 76 deputati e 37 senatori alla coalizione, o alla lista, che vince le elezioni.
Oltre ai due terzi eletti con la proporzionale in 31 circoscrizioni, è previsto anche un terzo di parlamentari scelto all’interno di listini bloccati.
C’è anche la soglia di sbarramento al 5 per cento nazionale che scende al 4 per cento per i partiti coalizzati.
Inoltre parteciperanno alla ripartizione dei seggi anche i partiti che supereranno la soglia del 7 per cento nelle circoscrizioni che rappresentano un quinto della popolazione.
Infine si prevede anche che il voto di preferenza sia unico, ma raddoppia se si sceglie di votare un uomo e una donna.
E ci sono provvedimenti di “contorno” sui tetti delle spese elettorali.
Giudizi politici molto positivi dal centrodestra, dove si è ricomposta lo schieramento che aveva vinto le elezioni politiche del 2001.
E anche dal Pd arrivano commenti favorevoli sul metodo seguito.
Il relatore Enzo Bianco fa notare come buona parte dei due testi presentati siano sovrapponibili e questo è il frutto del buon lavoro fatto in queste settimane.
Il relatore democratico sottolinea come nel testo Malan siano passate idee come il controllo dei costi, la preferenza unica, al massimo quella doppia di genere, e la norma anti-Scilipoti: chi viene eletto con una lista non può arrivare in Parlamento, dissociarsi e fare un suo gruppetto.
Va al gruppo Misto.
Ma Bianco dice no in maniera netta alle preferenze.
Anche Anna Finocchiaro sottolinea come «il testo Malan è simile al nostro».
Ma «prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze. Io penso che la cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale», dice il capogruppo del Pd.
Dunque sarebbe meglio lasciar perdere e passare ai collegi.
Condivide il presidente della commissione Carlo Vizzini, ha votato no, che parla delle preferenze come di un pericoloso «bacillo»
Nel Pd si schierano contro anche il senatore Stefano Ceccanti e il gruppo montiano del Pd.
Un no alle preferenze arriva però anche da una quarantina di deputati del Pdl che si sono appellati a Berlusconi.
E sul dissenso interno punta anche Luigi Zanda.
«La partita al Senato non è chiusa. — dice il vicecapogruppo del Pd — Nel corso dell’esame questo testo uscirà modificato. Anche sulle preferenze».
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply