L’ENFANT PRODIGE DELLA LEGA CHE NON RICONOSCE NEANCHE I FAKE SU FACEBOOK
MARCHETTI E’ IL RESPONSABILE DEI GIOVANI LEGHISTI DEL CENTRO-SUD, NOTO PER LE SUE GAFFE SUI SOCIAL
Capelli rasati, barba incolta alla Matteo Salvini in un gesto di piena emulazione venerante. Una carriera politica fulminea.
Viene descritto, da chi lo ha incontrato all’inizio del suo cammino, come un giovane un po’ arrogante, senza tanti scrupoli, e con un infantilismo latente.
Riccardo Augusto Marchetti, classe 1987, è uno degli enfant prodige della Lega, nonostante i suoi 31 anni.
Nominato da pochissimi giorni responsabile dei giovani del Centro-Sud del partito. Tra una scivolata e un post sui social network, questo liquidatore assicurativo, entrato in Parlamento dopo aver vinto nella circoscrizione Umbria 2 (Foligno – Alto Tevere), si sta facendo notare.
Ha promesso dall’Umbria “oltre 300 persone (e il numero è destinato a salire ancora)” per la manifestazione della Lega fissata il prossimo 8 dicembre in Piazza del Popolo. Stessa cifra, neanche a farlo apposta, degli umbri partiti nel lontano 2013, quando Silvio Berlusconi fece il suo ultimo grande show, proprio in piazza del Popolo. Viene da chiedersi se non siano sempre gli stessi 300.
Riccardo Augusto Marchetti, eletto consigliere comunale a Città di Castello nel 2016, è stato scelto da Matteo Salvini in persona per la scalata verso Montecitorio.
Il giovane rampante, consapevole del ruolo istituzionale che andava a ricoprire, per un po’ di tempo ha scelto come immagine di copertina Facebook: “L’Italia è una Repubblica fondata sul calcetto”.
Rispettoso anche dei basilari principi democratici, tanto che, quando, nelle zone colpite dal terremoto, ha prevalso il Pd alle amministrative, Riccardo Augusto Marchetti, in una spinta di senso auto-critico, ha scritto: “Il Pd vince nelle zone terremotate, si vede che amano il campeggio”.
Gentile e pronto sempre al dialogo, soprattutto con gli avversari politici: “I compagni non meritano un cazzo — scrive su Facebook – , neanche le buone maniere. Con loro botte da orbi, sempre e comunque”.
Un giovane dal curriculum vitae rassicurante, dove alla voce competenze si legge: “Ottimo utilizzo della pistola con tiro al bersaglio anche mobili” e “conoscenza avanzata di armi d’assalto con corsi specifici svolti presso poligoni da tiro”.
E infine “tiro a volo con arma liscia, tiro al bersaglio con armi a corda”.
Un cv che lo ha sicuramente aiutato a depositare una proposta di legge, insieme ad altri colleghi di partito, “finalizzata a restituire il giusto e corretto equilibrio in materia di rilascio delle licenze di portare armi. Si registra, difatti, negli ultimi anni, un’applicazione delle norme che prescrivono i criteri per il rilascio delle licenze di portare armi che sta, irrazionalmente, rendendo questo diritto sempre meno accessibile”.
C’è chi negli ultimi giorni lo ha visto aggirarsi per i corridoi di Montecitorio con un lieve rossore sul viso, tutta colpa di quel post condiviso sulla sua bacheca. L’onorevole Marchetti, laureato in Scienze dell’Investigazione a Narni, ha pubblicato con entusiasmo un post del falso account di Paolo Savona: “Raramente ho visto riassumere la situazione politica internazionale — ha scritto – in maniera tanto chiara e sincera in così pochi caratteri!!! Come sempre, immenso ministro Savona!!”. Insulti e sberleffi.
Quando la parlamentare del Pd Anna Ascani, oltretutto concittadina (sono entrambi di Città di Castello), si è permessa di fargli notare che quello non era il vero ministro per gli affari europei, è subito scoppiata una guerra sui social network.
Il giovane leghista ha infine rimosso il post, ma ha sferrato l’attacco contro la nemica giurata: “Anna Ascani è la parlamentare più brava di tutti”. Accompagnato da un “ohhh scusate!!! Non mi ero accorto che fosse un fake”.
Non è nuovo però a frasi a effetto criticate dall’opposizione, come quando scoppiò la polemica in consiglio comunale, sempre a Città di Castello. La lite si innescò dopo che Marchetti chiese per il “cittadino europeo islamico”, un’“espulsione di massa” e la “messa al bando della religione islamica”.
Quando gli fecero notare che il suo ruolo istituzionale non gli permetteva l’uso di toni tanto accesi, rispose che “si trattava della sua bacheca personale” e che proprio per questo di un giudizio da “libero cittadino”.
Insomma il nuovo enfant prodige della Lega emula perfettamente le orme del leader e non solo in fatto di barba.
A quanto pare.
(da “L’Espresso”)
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