LETTA NON HA SMONTATO UN BEL NULLA, FAREBBE MEGLIO A RACCONTARE LA VERITA’
TRA FURBIZIE E IGNORANZA SUL REFERENDUM INGLESE, L’EX PREMIER ITALIANO PROVA A NEGARE CHE I VECCHI ABBIANO DANNEGGIATO I GIOVANI: ECCO PERCHE’ E’ INATTENDIBILE
Andiamo per ordine.
Due giorni prima dell’esito del voto un istituto di ricerca inglese certifica che il 72-75% dei giovani inglesi è favorevole al fatto che la Gran Bretagna resti in Europa, segnalando che più avanza l’età e aumentano i contrari, fino al picco dell’80% per gli over 65.
Nei giorni successivi molti opinionisti riprendono la teoria che i “vecchi” hanno distrutto il futuro dei giovani, votando per l’uscita dalla Ue.
L’ex premier italiano Enrico Letta interviene su twitter per “smontare” questa teoria (concetto ripreso da molti quotidiani italiani) sostenendone l’inattendibilità , basandosi su un dato: che è andato a votare solo il 36% dei giovani tra il 18 e i 24 anni, dimostrandosi quindi disinteressati al problema.
Oggi che l’Istat britannico rende noti i dati ufficiali, emerge che Enrico Letta ha un concetto vago di gioventù e ha fornito solo un dato parziale che serviva al suo ragionamento di parte.
1) E’ vero che la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che sono andati a votare è del 36% (e poi vi spiegheremo il motivo) ma Letta dimentica di dire che quello tra i 25 e i 34 anni è del 58% (forse non sono giovani?), quello tra i 34 e 38 anni è del 72%. Citare solo il primo dato è falsificare la realtà del voto giovanile.
2) Ecco invece come hanno votato i giovani, affinche’ Letta si metta l’anima in pace su chi ha affossato il loro futuro: tra il ragazzi 18-24 enni il 73% ha votato per restare in Europa, tra i 25-49 enni il 57% ha votato per rimanere nella Ue.
Il cambio di direzione avviene solo quando si varca la soglia dei 50enni.
Da 50 a 65 anni chi ha votato per uscire è infatti del 56% e sale al 60% tra gli over 65.
Dati ufficiali che dimostrano che Letta ha preso un clamoroso abbaglio.
Sono le persone oltre i 50 anni che hanno affossato l’Europa, non i giovani.
3) Facile dire “i giovani non sono andati a votare”: in realtà chi ha oltre 24 anni a votare c’e’ andato. Semmai il discorso riguarda la fascia tra i 18 e i 24 anni.
Ma qui qualcuno dovrebbe dire la verità : per votare questo referendum bisognava registrarsi, uno non poteva il giorno del voto recarsi al seggio senza aver a tempo debito richiesto il documento.
E il termine ultimo è stato parecchio tempo prima, il 7 giugno per l’esattezza.
A dimostrazione che molti giovani volevano votare, citiamo il Financial Time che proprio in quel giorno scriveva:
“Il termine per la registrazione, obbligatoria per partecipare al voto, scade oggi a mezzanotte e negli ultimi giorni i numeri delle registrazioni hanno segnato un’impennata: ieri sono state 226mila le richieste di registrazione, il secondo maggior numero da quando sono state introdotte nel 2014 e secondo la Commissione Elettorale per due terzi sono giunte da giovani sotto i 34 anni. Dall’inizio di giugno sono state 700mila le richieste di registrazione, per 211mila da giovani con meno di 25 anni e per 240mila da 25-34enni. Da quando è iniziata la campagna sono 1,65 milioni le persone che si sono registrate”.
Quindi i giovani, quando hanno compreso che era in gioco il loro futuro, hanno cercato di far sentire la loro voce, ma un regolamento assurdo non ha permesso a tutti di esprimersi.
Proprio negli ultimi 15 giorni, quando la campagna è entrata nel vivo, hanno trovato la porta barrata.
Per non parlare di 2 milioni di britannici residenti all’estero che non hanno potuto esprimersi.
Peccato che Enrico Letta queste cose le abbia dimenticate, finendo per alimentare la propaganda dei “vecchi” che dopo aver sparato a raffica contro le giovani generazioni adesso vogliono nascondere il kalashnikov.
Leave a Reply