L’EX SOCIO DEL LEGHISTA BELSITO: “PER LUI PILOTAVO APPALTI, POI MI ROVINO'”
PARLA ERMANNO PLEBA: “GLI HO COMPRATO PERSINO I VESTITI, MI HA FATTO PERDERE SOLDI E CASE”
«Un giorno viene a trovarmi in ufficio Roberto Levaggi . Era stato della Dc, ai tempi militava in Forza Italia. Si porta appresso un ragazzotto, vestito in modo dimesso, e mi dice: “Ermanno puoi aiutarlo? Mi fa un po’ pena…”. Non gli avessi mai dato retta».
Ora che gli anni d’oro in cui si mungeva la Prima Repubblica sono passati, e restano solo i debiti e gli acciacchi, Ermanno Pleba è un’altra persona. Settantotto anni, una moglie invalida, le case di famiglia vendute per far fronte ai debiti: «Sono stato un manager piazzato ovunque dal partito, la Dc, e mi sono ritrovato senza una lira. Sapete a causa di chi? Francesco Belsito (lo chiama il “camoscio” , ndr), che ha approfittato del mio aiuto spennandomi. Mi ha fatto perdere almeno un miliardo».
Per contro, Levaggi, ex assessore regionale nella giunta di centrodestra guidata da Sandro Biasotti fra il 2000 e il 2005, oggi candidato a sindaco di Chiavari, smentisce la cosa: «Belsito? L’ho conosciuto che era già impiegato da Pleba».
Pleba è stato davvero un manager: iniziò come direttore generale della Gemeaz (industria alimentare), piazzandosi poi nei consigli d’amministrazione di Oto Melara e Termomeccanica (dal ’92 al ’95), quindi ruoli di primissimo piano nelle spa genovesi.
«Ero nell’area della sinistra Dc. Loro mi mettevano ovunque e io ne tutelavo gli interessi».
Torniamo all’attuale tesoriere della Lega Nord, ed ex sottosegretario, Belsito.
«Quando Levaggi me lo presentò, aveva un’impresa di pulizie con un certo Varanzi (il faccendiere che nel corso di varie inchieste penali accuserà Belsito di averlo rovinato, vedi sopra, ndr). Io ricoprivo un’alta carica in “Stazioni marittime spa”, a Genova, e gli feci avere un po’ di appalti, mi pare per 600 milioni delle vecchie lire».
Con gara pubblica?
«No no, non direi proprio, erano tempi diversi. Belsito faceva pena pure a me. Oltre a procurargli il lavoro, gli ho comprato dei vestiti: cappotto, giacca e pantaloni».
Aveva entrature politiche?
«Forza Italia lo aveva già scaricato e si stava avvicinando alla Lega Nord, in particolare a Bruzzone (Francesco, ancora oggi segretario regionale, ndr). Soprattutto, cominciò a tampinare Maurizio Balocchi, l’ex tesoriere di Bossi: “Prima o poi prenderò il suo posto e ti restituirò tutto quello che mi dà i, con gli interessi”».
Balocchi è stato uno dei maggiorenti della Lega. Ex amministratore di condominio, al momento della morte nel 2010 – dopo una rielezione a deputato nel 2008 – era sottosegretario alla Semplificazione normativa di Berlusconi. Fu rimpiazzato, come sottosegretario e tesoriere, da Belsito.
Pleba, lei quando entrò in affari con Belsito?
«Misi quattrocento milioni in una società d’intermediazione (la Cost Service, vedi articolo sopra, ndr) nel ’99. Li prelevai in due tranche in una banca in pieno centro a Genova e li portai con una valigetta nell’ufficio di via Venti settembre, dove c’era una specie di sede».
Solo quelli?
«No. Ne investii altri seicento per un affare immobiliare consigliato da Belsito, che andò in fumo come i primi quattrocento milioni».
Pleba qualche scheletro nell’armadio lo ha. Finito a bagno, le provò un po’ tutte.
Nel 2003 la polizia francese lo ferma nei pressi di Lione, vicino alla frontiera svizzera, con centomila euro in tasca.
Lo accusano di riciclaggio e le sue giustificazioni non convincono granchè. «Capisce come mi aveva ridotto Belsito?», riesce a dire oggi che non ha più niente da perdere, ma nemmeno da guadagnare: «Gli ho comprato il cappotto, mi ha turlupinato usandomi come testa di legno e ora gira in Porsche Cayenne».
(da “Il Secolo XIX“)
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