“LIBERATE ALBERTO TRENTINI”: DA ALESSIA PIPERNO AL PATRIARCA DI VENEZIA, IL DIGIUNO A STAFFETTA PER IL COOPERANTE DETENUTO IN VENEZUELA
ARRESTATO SENZA ACCUSE DAL 15 NOVEMBRE, 80.000 FIRME A SOSTEGNO MA IL GOVERNO E’ INCAPACE DI RIPORTARE A CASA UN ITALIANO INNOCENTE
Un digiuno per Alberto Trentini. È l’iniziativa lanciata da Venezia per chiedere la liberazione del cooperante veneto detenuto in assenza di accuse chiare da ormai oltre 100 giorni in Venezuela. Trentini si trovava lì per lavoro, nel quadro di una missione umanitaria: stava consegnando aiuti ad alcune comunità di disabili tra Caracas e Guasdalito. Dal 15 novembre, giorno dell’arresto, non ha potuto ricevere una sola visita, né comunicare con la famiglia o altri in Italia. Il governo assicura di essere al lavoro – a fari spenti, come si conviene in questi casi – per sbloccare la vicenda. Ma intanto i giorni passano. Ecco allora che dalla famiglia e dagli amici di Trentini è partita l’idea di un digiuno a staffetta – a turni di 24 ore ciascuno – «per far sapere a tutti che Alberto non è solo, fino a quando non potrà tornare a casa». Nell’arco di 24 ore sono state oltre 450 le adesioni all’iniziativa e quasi 80mila le firme di sostegno. Ad aderire anche il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. «Con questo gesto intendiamo richiedere con forza la liberazione di Alberto. Il digiuno è una rinuncia piccola ma radicale”», ha sottolineato il patriarca citato da Repubblica, dicendosi pronto a incontrare presto i genitori del cooperante detenuto in Venezuela. All’iniziativa di digiuno ha aderito anche Alessia Piperno, la travel blogger romana detenuta in Iran nel 2022.
(da agenzie)
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