“LIBERATE CAROLA”: IN GERMANIA SI STANNO GIUSTAMENTE INCAZZANDO
GOVERNO, PARLAMENTO, CHIESA, INDUSTRIALI, STAMPA, ARTISTI: “CRIMINALE NON E’ CHI SALVA LE VITE, MA PERSONAGGI SENZA SCRUPOLI CHE FANNO LA GUERRA ALLE ONG”… RACCOLTA FONDI SEA WATCH INCREDIBILE: IN 12 ORE OLTRE UN MILIONE DI EURO… MATTARELLA PREOCCUPATO, DOVEVA PENSARCI PRIMA DI AFFIDARE IL MINISTERO DEGLI INTERNI A UN SEQUESTRATORE DI PERSONE
I “pontieri” sono all’opera. Ma con risultati al momento, alquanto grami.
Perchè l’aria che continua a tirare tra Berlino e Roma oscilla tra il brutto e il pessimo. Il titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi, prova a tradurre in “diplomazia sotterranea” l’invito a stemperare i toni e a porre un freno alle polemiche rivolto ai contendenti dal Capo dello Stato italiano Sergio Mattarella.
Il fatto è, confida una autorevole fonte diplomatica a Bruxelles, che la vicenda di Carola Rackete si sta caricando di significati politici che vanno al di là del fatto specifico.
Sul quale, chiara è la posizione di Berlino, espressa dal ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass, secondo cui in uno Stato di diritto “dal nostro punto di vista può esservi soltanto il rilascio di Carola Rackete: lo chiarirò ancora una volta all’Italia”.
Maas sottolinea che la Germania è “contraria a criminalizzare le attività di salvataggio in mare” e mette sotto accusa l’Ue, sostenendo che “il mercanteggiamento sulla redistribuzione dei migranti è indegno e deve finire”.
Sulla stessa linea il ministro tedesco per lo Sviluppo Gerd Mueller che ha esortato l’Ue a mandare “un chiaro segnale” in favore dell’immediato rilascio di Carola Rackete.
“La capitana della Sea Watch ha agito in una chiara emergenza e per questa ragione mi aspetto che Bruxelles mandi un chiaro segnale per chiedere il suo immediato rilascio”, ha affermato il ministro in dichiarazioni pubblicate dalla Passauer Neue Presse.
Mueller ha aggiunto che l’Ue dovrebbe cambiare le regole sul salvataggio in mare, ricordando come l’operazione Sophia contro il traffico di migranti nel Mediterraneo sia stata sospesa quest’anno a causa di divergenze fra gli Stati membri dell’Ue. La situazione, ha aggiunto, è “insostenibile”, alla luce delle oltre 600 persone annegate quest’anno mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo”.
“Come cittadino europeo ho piena comprensione per questa donna (Carola Rackete) che, ritengo, ha agito coraggiosamente. E ho fiducia nella magistratura in Italia. Quello della Sea Watch non è solo un caso isolato, riguarda tutti e l’Europa deve finalmente trovare una soluzione su come gestire tutti insieme i rifugiati”, rilancia il commissario europeo Guenther Oettinger.
Dalla parte della capitana della Sea Watch, e di conseguenza contro le scelte del governo italiano, si è schierato anche il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che ha lanciato un appello al nostro Paese. In un post su Facebook indirizzato all’ “amico” e collega Enzo Moavero Milanesi, Asselborn ha scritto che “salvare vite è un dovere e non può mai essere un reato o un crimine. Non farlo, al contrario, lo è”.
Il ministro ha quindi chiesto aiuto al suo omologo italiano affinchè “Carola Rackete sia rimessa in libertà ”.
Da Vienna replica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “L’amicizia e la collaborazione tra Italia e Germania sono talmente solide che non possono essere messe in discussione da alcunchè”. “Il mio auspicio – osserva il presidente – è di un abbassamento generale dei toni, perchè questo consente di affrontare con maggiore serenità e concretezza ogni questione”.
Il governo tedesco, attraverso la portavoce Martina Fietz, spiega di non poter “intervenire sulla giustizia italiana”, ribadendo che comunque “le accuse vanno verificate. Seguiamo la situazione molto attentamente. Attualmente il governo tedesco si sta adoperando per una soluzione europea”.
“Penso che la pressione internazionale sul governo italiano farà la differenza”, ha dichiarato Ekkehart Rackete, padre della capitana di Sea Watch III all’agenzia Dpa. L’uomo considera l’Italia “uno Stato di diritto” e non si dice preoccupato per la figlia, con la quale domenica ha parlato al telefono. “E’ divertente come sempre e mi è sembrata tranquilla”, ha aggiunto. Con l’eccezione dell’estrema destra, l’affaire-Rackete unifica la politica tedesca”.
“Può darsi che ci sia una legislazione italiana su quando una nave può entrare in porto e quando no, e può anche essere che ci siano reati amministrativi o reati penali. Tuttavia — dichiara il Capo dello Stato tedesco Frank Walter Steinmeier alla Zdf – l’Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro dell’Ue, è uno Stato fondatore dell’Ue. Ed è per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali”.
Il leader dei Verdi, Robert Habeck, ripete che “il vero scandalo ′ che ci sono persone che affogano nel Mediterraneo”.
Persino il numero uno della Siemens Joe Kaeser — come riporta Roberto Brunelli per l’Agi – ha detto la sua: “Persone che salvano vite non dovrebbero essere arrestate”, scrive il numero uno della multinazionale tedesca su Twitter, aggiungendo che dovrebbero, piuttosto, finire in manette “le persone che uccidono, che promuovono e seminano odio e sofferenza”.
Per la Chiesa tedesca è intervenuto il vescovo di Essen, Franz-Josef Overbeck: “Chi salva esseri umani dall’affogamento non deve finire in prigione. Io ammiro il coraggio di Carola Rackete: con le sue azioni lei sta dalla parte dei valori umani e cristiani d’Europa”.
Due star della televisione, Jan Boehmermann e Klaas Heufer-Umlauf, hanno lanciato una raccolta fondi a favore della Sea Watch, raccogliendo in mezza giornata oltre un milione di euro:
“Con le vicende di questi ultimi giorni questa politica disumana, compiuta a sangue e freddo e senza scrupoli ha raggiunto il suo punto più basso”, ha scritto Boehmermann, che con “Neo Magazin Royale” è uno dei comici più popolari del Paese. Un Paese che reclama la liberazione della sua “capitana”.
(da “Huffingtonpost“)
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