L’INCHIESTA SUGLI APPALTI E LE PRESUNTE MAZZETTE A GENOVA POTREBBE ESSERE ALLARGATA AL PROGETTO DELLA MAXI-DIGA, LA PIÙ IMPORTANTE OPERA ITALIANA DEL PNRR (1,3 MILIARDI)
L’ANAC L’HA MESSA GIÀ NEL MIRINO, E NELLE INTERCETTAZIONI DI ALDO SPINELLI E PAOLO SIGNORINI SE NE PARLA INDIRETTAMENTE… L’OBIETTIVO DI SPINELLI È VENDERE LE QUOTE DELLA SOCIETÀ DEL TERMINAL RINFUSE, CHE GRAZIE AL PROGETTO VEDRÀ MOLTIPLICATO IL SUO VALORE… I GUAI PER IL GOVERNO E SOPRATTUTO PER SALVINI: VOLEVA APPLICARE IL “MODELLO GENOVA” ANCHE AL PONTE SULLO STRETTO
Il progetto per la più importante opera italiana del Pnrr, la nuova e colossale diga del porto di Genova dal costo di un miliardo e 300 milioni compie il suo primo anno di cantieri e sembra spaventare le forze governative e quelle imprenditoriali assai più della retata che a Genova ha portato in carcere l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini […] e ai domiciliari il presidente della Regione Giovanni Toti e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
Intanto, per dare un’idea dell’importanza della nuova diga (l’infrastruttura servirà per poter accogliere le mega navi che in questo momento sono soprattutto quelle di Msc), ecco l’intercettazione dell’ottobre 2022 in cui Spinelli invita Signorini all’ennesima gita a Montecarlo al volante della sua nuova Audi e gli prospetta un futuro roseo: «… belin hai fatto la diga puoi fare quello che vuoi… Paolo… perché qui… questi tre anni li devi usare bene… poi te l’ho detto, tu…noi ti facciamo un contratto con un ufficio a Roma di 300 mila euro all’anno».
L’idea di Spinelli è quella di vendere quote del 55% della società (il 45% è di Gianluigi Aponte patron di Msc) che ha la concessione del Terminal rinfuse — ottenuta con la corruzione secondo la procura — e che grazie alla diga vedrà moltiplicato il suo valore.
Spinelli è ipereccitato nonostante le sue 84 primavere: «…te lo faccio (il contratto, ndr ) con chi subentrerà insieme a noi perché noi manteniamo sempre la regia e la maggioranza qualsiasi dei tre compri… ammettiamo che ci facciano una proposta oggi siamo già sopra ai 500… Roberto dice vendiamo a 600- 700 (si parla di migliaia di container , ndr )… io ci ho detto guarda io non vendo, io vendo dopo che abbiamo la diga foranea perché dopo che abbiamo la diga foranea e il progetto da un milione e quattrocento mila contenitori, che io te lo faccio vedere che lo andiamo a presentare a febbraio… ma quello lì è un terminal che non ce n’è… Faccio novanta milioni di utili…».
E Signorini consapevolmente: «…quando io faccio l’avvio lavori della diga… da quel momento a avanti puoi vendere…». Quella disinibita disponibilità dell’ex vertice dell’Autorità portuale — anche il suo successore Paolo Piacenza è indagato anche se per il solo abuso d’ufficio — che sembra emergere con prepotenza dalle carte dell’inchiesta, sta generando forti tensioni a Roma.
Per due motivi. Il primo è legato al cantiere per la diga: 6 chilometri e 290 metri di lunghezza con profondità di 50 metri mai raggiunta prima al mondo. L’Anac, l’Autorità Anticorruzione, a marzo, ha concluso i suoi accertamenti durati due anni con una delibera di 50 pagine in cui contesta ad Autorità portuale e Commissario per la diga — entrambi i ruoli furono ricoperti da Signorini prima del suo passaggio in Iren — le procedure seguite, o meglio non seguite, per l’assegnazione dell’appalto.
«Anomalie e distorsione della concorrenza», scrive Anac, sui lavori affidati senza gara al consorzio Breakwater guidato da Webuild, nonché la possibilità per Webuild stessa di ottenere automaticamente delle varianti
L’Autorità anti corruzione ritiene talmente viziato da irregolarità e illeciti il caso diga da aver trasmesso l’incartamento alla procura di Genova e a quella europea dell’Eppo (European public prosecutor’s office) che ha come compito quello di vigilare sul corretto utilizzo dei fondi Pnrr.
E poi c’è il secondo capitolo delle preoccupazioni romane. Il “modello diga” di Genova, in particolare l’affidamento diretto e in deroga a tutta una serie di norme e regolamenti, potrebbe essere replicato anche nell’appalto per il ponte sullo stretto di Messina.
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini pensa di affidarlo con una procedura in deroga al consorzio Eurolilnk, con capogruppo di nuovo Webuild. Comunque, di diga di Genova e ponte sullo stretto di Messina se ne saprà di più il 14 maggio, quando il presidente di Anac Giuseppe Busia sarà alla Camera dei Deputati per l’annuale relazione sull’attività del 2023 del suo ufficio.
(da Repubblica)
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