L’INCROCIATORE RUSSO MOSKVA AFFONDATO E’ UNA GRAVE PERDITA DI CREDIBILITA’ DEI RUSSI
GROSSI INTERROGATIVI SUL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI DIFESA AEREO DELLA NAVE CHE SI E’ RIVELATO UNA PATACCA
C’è ancora molto da chiarire su quanto accaduto all’incrociatore russo Moskva, in fiamme da ieri sera e affondato in queste ultime ore durante le operazioni di rimorchio.
Invitato a dare una propria opinione sulla vicenda, l’ammiraglio ed ex ministro della Difesa Giampaolo Di Paola spiega ad Huffington post che quanto accaduto alla nave da guerra russa è stato in un modo o nell’alto un grosso colpo di immagine.
Nel commentare l’intera vicenda, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola focalizza la propria attenzione sul fatto che “gli ucraini sono dotati di missili antinave”.
Un dettaglio non da poco, secondo Di Paola, perché “i russi non si aspettavano, o hanno sottovalutato, la possibilità che gli ucraini avessero la capacità di contrastare in modo efficace un’azione dal mare”.
La consapevolezza che le forze ucraine siano dotate di missili antinave, secondo l’ammiraglio, renderebbe più complesso un attacco contemporaneo a quello di terra per prendere Odessa.
L’Ucraina afferma di aver colpito la nave con missili Neptune di fabbricazione ucraina, ma l’ammiraglio Di Paola, che non nega l’attacco missilistico, non esclude che i missili impiegati possano essere arrivati direttamente dalla Gran Bretagna, che non ha fatto mistero della propria intenzione di inviare aiuti militari a Kiev.
Del resto, se le forze ucraine avessero disposto sin da subito di tali armamenti, non si capisce per quale motivo siano stati impiegati solo ora quando il conflitto dura ormai da quasi due mesi.
Ad ogni modo, Giampaolo Di Paola spiega che “un missile anti nave può fare tanti o pochi danni: dipende dal caso”, e se il missile riesce a colpire una zona vitale, come quella in cui vengono tenute le munizioni, può determinare “non solo un incendio ma anche un’esplosione”.
L’incrociatore era dotato di un sistema di difesa aerea a tre livelli che, se funziona correttamente, dovrebbe dargli tre opportunità per difendersi da un attacco missilistico con i Neptune in uso agli ucraini.
Se quindi dovesse essere confermato che l’attacco è arrivato da un missile, la circostanza solleverebbe forti interrogativi sulle capacità di modernizzazione (e di manutenzione) della flotta di superficie russa.
L’evento può inoltre influire sul morale di entrambi gli eserciti. Le forze ucraine in questo momento sono esultati, mente l’esercito russo potrebbe sentirsi più vulnerabile. Secondo il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych si tratta della “più grande sconfitta della Marina russa dalla seconda guerra mondiale”. Un punto di vista condiviso anche dall’ammiraglio, che parla di “perdita di credibilità” per i russi.
Anche secondo il generale Domenico Rossi, intervistato da Huffington post, si tratterebbe di “un colpo di immagine molto più grave dell’effettivo danno”, anche perché se la nave è stata effettivamente colpita da un missile ciò avrebbe “un significato simbolico che va al di là della potenzialità, con riflessi che possono interessare anche Vladimir Putin”.
(da Il Giornale)
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