L’ITALIA DA FOGNA: BOTTE AL DISABILE, POI IN RETE CHI COMMENTA “HAI FATTO BENE”
LE SCUSE FARSA DELL’AGGRESSORE ANCORA A PIEDE LIBERO
Si scusa ma «se uno picchia qualcun altro, un motivo ci sarà . Quella aggressione non è stata immotivata».
Bachisio Angius affida il suo mea culpa a Facebook, a quella stessa piazza virtuale in cui da giorni circolano le terribili sequenze del pestaggio ai danni di un disabile di 37 anni di Olbia.
Quello che sferra pugni e ginocchiate e che minaccia di uccidere è proprio lui: sassarese di 27 anni, disoccupato, figlio di un ex carabiniere.
Il suo volto si riconosce benissimo e la sua voce si sente chiaramente nel video del pestaggio avvenuto nel piazzale di una discoteca di San Teodoro.
Le immagini hanno indignato l’Italia e ieri i carabinieri hanno fatto scattare una denuncia nei confronti del ventisettenne.
Lui, di buon mattino scrive quattro righe e non commenta più: parole di giustificazione, più che scuse sentite. «Come pubblicamente è stato il male, sarà anche il bene, perciò chiedo umilmente scusa al ragazzo a cui ho fatto del male. Ma, sottolineo, quello che è stato picchiato non è un invalido».
Luca, invece, fa i conti con una serie di disturbi cognitivi da quando è nato, ma questo fa poca differenza. Perchè la gravità dell’episodio è contenuta nella violenza con la quale è stato colpito e lasciato a terra privo di sensi e nella complicità dei giovani che hanno assistito alla scena, e ripreso tutto col telefonino, senza muovere un dito.
«Quel video è sconvolgente. Vogliamo chiarezza e giustizia subito», ha detto la ministra Maria Elena Boschi.
E l’indagine, infatti, è partita a tempo di record. Il lavoro degli investigatori, comunque, non è completato. «Perchè l’obiettivo dei carabinieri — spiega il comandante del Reparto territoriale di Olbia, Alberto Cicognani — è quello di dare un nome a tutti quei ragazzi (e almeno una ragazza) che erano presenti. A chi ha visto, a chi ha incitato e a chi ha filmato senza preoccuparsi di aiutare la vittima delle botte». E anche perchè la Procura di Nuoro ha già chiesto al Gip una misura cautelare. Angius, dunque, rischia di essere arrestato.
Nel quartiere di Monte Rosello, una delle zone più difficili della città , tutti conoscono Bachisio Angius e raccontano della sua vita spericolata e con qualche precedente.
In tanti avevano visto le immagini registrate dalla discoteca di San Teodoro già qualche giorno prima che arrivassero ai carabinieri.
«Girava su WhatsApp da un telefonino all’altro», racconta Gianni, un trentenne che passeggia col cane in via Carso. In tanti ci hanno riso e ora continuano a essere dalla parte dell’aggressore. La prova sono i commenti sul profilo Facebook di Angius: «Bravo, ti sei fatto rispettare».
«Io — scrive un altro — appena ho visto il video ho pensato che una ragione ci doveva pur essere». «Grande Bachisio, a quello hai ricordato che in giro il più forte non esiste più».
E infatti ora che è arrivata la denuncia anche il più prepotente è costretto a cospargersi il capo di cenere pubblicamente.
Ma con la barriera protettiva della tastiera.
Nicola Pinna
(da “La Stampa”)
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