L’ITALIA È UN TERRENO DI CACCIA PER MUSK, IL CONTRATTO DEL NOSTRO PAESE CON STARLINK INTERESSA AL MILIARDARIO KETAMINICO PIÙ PER UNA QUESTIONE “POLITICA” CHE ECONOMICA
VALE 1,5 MILIARDI, BRUSCOLINI CONSIDERATO CHE IL SUO PATRIMONIO SUPERA I 300 MILIARDI DI DOLLARI. EPPURE, L’ITALIA RESTA CENTRALE (È IL VENTRE MOLLE D’EUROPA)… IL RAPPORTO ORMAI DETERIORATO CON FRATELLI D’ITALIA E GLI SCAMBI AFFETTUOSI CON SALVINI
Non sarà certo l’affare dei satelliti Starlink da 1,5 miliardi, che Elon Musk vorrebbe fare in Italia, a compensare il crollo delle vendite delle sue Tesla in Cina (-49% in un anno) che ieri ha fatto precipitare il titolo del 15,43%.
Tuttavia il grande attivismo del tycoon nel nostro Paese ultimamente fa comprendere a che punto sia il suo business in Italia. Ma quali affari sono ancora in ballo per Elon Musk in Italia? Il più grosso è il contratto quinquennale da 1,5 miliardi con Starlink per servizi di telecomunicazioni «sicure», con la fornitura all’Italia di una gamma di sistemi di crittografia per i servizi telefonici e Internet utilizzati dal governo.
Ma anche servizi di comunicazione per le forze armate nell’area del Mediterraneo e l’implementazione di servizi satellitari in Italia per l’uso in emergenze.
Per capire quanto si fosse avanti nelle trattative alla fine dell’anno scorso, basti pensare che, a ottobre 2024, un documento della Farnesina, contenente l’elenco di ambasciate e consolati da collegare al sistema, era stato rinvenuto dalla Guardia di Finanza nelle mani del plenipotenziario italiano di Musk, Andrea Stroppa (che per questo è stato indagato).
Va precisato che Starlink offre già in Italia altri servizi, che però riguardano la connettività telefonica domestica nelle zone non raggiunte dalla fibra, e questo fa di Musk un avversario temibile per la concorrenza in quell’ambito. Quanto a Tesla, l’Italia detiene il primato degli acquisti (15.378) tra le auto elettriche vendute nel Paese nel 2024, peccato che però equivalgano solo al 4,2% del totale
Musk non poteva non posizionarsi anche nel mercato della transizione energetica. In Italia si sta attrezzando per portare sul mercato due accumulatori di energia: Powerwall per il domestico e Megapack per le aziende.
E infine c’è il social X, che in Italia vanta ancora molti utilizzatori. Tornando al business principale in Italia, Starlink, fino all’elezione in Usa di Donald Trump, a novembre, è sembrato subire soltanto la forte contrarietà delle opposizioni.
Poi però le intemerate di Trump contro l’Europa e le sue minacce di abbandonare l’alleanza atlantica hanno cambiato il contesto. Così, l’ultimo Musk avvistato a Palazzo Chigi è stato il fratello minore Kimbal, ricevuto a fine gennaio dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Qualche giorno prima la premier aveva bollato come «false notizie» quelle circolate sulla firma di un accordo con Starlink. «Valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell’interesse nazionale, non delle amicizie». Non proprio un viatico
Fallito il tentativo di Musk di contattare addirittura il Quirinale per ottenerne l’appoggio, oggi a sostenere Starlink c’è solo il vicepremier leghista Matteo Salvini. Lo stesso che Stroppa ha rilanciato, con un sondaggio su X, come il «migliore ministro degli Interni» dal 2016. E che i rapporti con il partito della premier si siano invece deteriorati, lo prova il tono che Stroppa ha usato con i suoi deputati, rei di aver fatto passare due emendamenti del Pd nella legge sullo Spazio.
«Evitate di chiamarci per conferenze o altro» è stata la minaccia su X. Eppure proprio quella legge […] è una porta aperta per Starlink. Il governo ha cassato gli emendamenti dell’opposizione per limitare l’operatività di satelliti stranieri a quelli di soggetti istituzionali europei. Per ora, a offrire tale servizio possono essere i satelliti europei o appartenenti all’alleanza atlantica. Dunque, anche quelli di Musk.
(da agenzie)
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