L’ITALIA PIANGE ALTRE VITTIME INNOCENTI: A MESSINA UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA
18 MORTI E 20 DISPERSI A CAUSA DI NUBIFRAGI E FRANE, DEVASTATA GIAMPILIERI, GIA’ ALLUVIONATA DUE ANNI FA… IL PRESIDENTE DEI GEOLOGI SICILIANI DENUNCIA: “UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA E CAUSATA DA SPECULAZIONI, INCURIA E UN USO SCELLERATO DEL TERRITORIO”
Passano le ore e si fa sempre più tragico il bilancio delle vittime del nubifragio che si è abbattuto sulla provincia di Messina.
Si parla per ora di 18 morti e 20 dispersi, ma sono numeri ancora parziali. Dopo giorni di pioggia, un fiume di fango ha abbattuto case, travolto paesi, messo fuori uso tratti di ferrovia, isolato intere frazioni.
Particolarmente colpito il paese di Giampilieri, dove sono già stati recuperati vari cadaveri e quello di Scaletta dove è crollato un palazzo.
La prima località era già stata colpita da un’alluvione due anni fa e nulla era stato posto in essere perchè si potesse evitare il ripetersi della tragedia che questa volta ha fatto almeno sei vittime.
Un costone di roccia si è staccato e si è portato via una ventina di case, sono diverse centinaia già gli sfollati.
La Protezione civile è intervenuta con uomini e mezzi, ma il sindaco di Messina ha fatto un appello perchè accorrano più volontari.
Anche questa tragedia è l’ennesimo capitolo di licenze e costruzioni abusive, senza regole, in un Paese dove la pianificazione del territorio è un’opzione trascurabile.
Il presidente dell’Ordine dei geologi siciliani, Gian Vito Graziano, ha avuto parole dure: “E’ una zona con una situazione idrologica molto diffusa, con grandi e piccoli torrenti, già di per sè in grado di produrre una certa instabilità . Se poi si aggiungono la non manutenzione e un uso scellerato del territorio, con costruzioni che non dovrebbero esserci, il quadro è completo”.
Aggiunge Graziano: “Esistono strumenti di pianificazione regionale avanzati che ci fotografano la situazione quasi in diretta, ma non si interviene, per un’assenza cronica di fondi. Ma neanche la manutenzione ordinaria, come la pulizia di canali, fiumi e tombini viene fatta”.
Il presidente dei geologi conclude: ” Ci sono competenze divise tra Regione e Protezione civile che creano confusione, ci vorrebbero persone come sentinelle sul posto per prevenire gli eventi, ma in Italia non si fa mai nulla prima, si vive sull’onda dell’emozione, appena smette di piovere finisce ogni allarme”.
Se il sindaco di Messina sostiene che ” la mancanza di fondi non ha consentito di intervenire”, il Wwf ricorda invece che “il territorio è stato massacrato, occorre bloccare la variante al Piano regolatore e i quotidiani illeciti che vengono compiuti sia nelle fiumare che sulle colline del Messinese” e rammenta che al Comune sono state inviate decine di richieste di sospensiva della variante al Prg a cui si aggiungono 5 denunce e numerosi dossier inviati a suo tempo alle forze dell’ordine, alla Regione e al Ministero dell’Ambiente.
Ma nessuno ha mai mosso un dito.
Perchè, aggiungiamo noi, in Italia non esiste una coscienza ambientale e non a caso ci distinguiamo nel consesso internazionale solo per chiedere proroghe ai fattori inquinanti, mai per ottemperare nei termini fissati agli impegni di risanamento.
Finchè non si farà strada una nuova etica ambientale e un nuovo modello di sviluppo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e del territorio, saremo periodicamente a piangere le vittime di tragedie annunciate.
Con l’arrivo dei politici di turno a esternare le solite promesse, le solite tende e la solita presa per i fondelli.
La politica del “fare” presuppone quella del pensare e prevenire: “fare dopo” è solo una politica cimiteriale, quella di dare sepoltura a italiani innocenti, vittime dell’assenza dello Stato.
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