LIVERPOOL, IN CENTINAIA FESTEGGIANO, BALLANDO SENZA MASCHERINE E DISTANZIAMENTO, L’ULTIMA SERATA DI “LIBERTA'” PRIMA DELLA CHIUSURA DEI PUB
CON IL 93% DEI POSTI OCCUPATI IN TERAPIA INTENSIVA UNA MASSA DI COGLIONI SI RIVERSA PER STRADA SENZA RISPETTARE LE REGOLE
Centinaia di giovani ammassati in strada a ballare e saltare, tutti insieme e accalcati, senza alcuna protezione nè distanziamento, per celebrare l’ultima serata dei pub aperti a Liverpool dopo le controverse restrizioni contro il coronavirus approvate due giorni fa dal governo Johnson. Sono i video, piuttosto inquietanti, che stanno girando sui social nelle ultime ore.
Il primo a postarli è stato il giornalista di SkyNews Inzamam Rashid: si vedono molti ragazzi e ragazze assembrati nel quartiere di Ropewalks, celebre per i suoi bar, discoteche e pub nel centro di Liverpool, in gruppi di decine di persone, mentre bevono e poi mentre partecipano a balli scatenati in piazza, saltando l’uno sull’altro, mentre alcuni filmano le loro gesta con i cellulari. La polizia, al margine della piazza, è rimasta inerme.
Tra i commenti di indignazione, qualcuno ha provato a difenderli sostenendo che sono giovani e che il virus nei loro confronti è pressochè innocuo. Cosa che purtroppo si è dimostrata non veritiera in molti casi, con ragazzi deceduti come il 19enne italiano Luca Di Nicola a Londra qualche mese fa o diversi altri ricoverati in terapia intensiva.
Inoltre, ed è quello che sta accadendo in Inghilterra da settimane, pur se nella gran parte dei casi il Covid19 è asintomatico o non letale nei giovani, questi lo hanno inconsapevolmente trasmesso a molti familiari più anziani, che ora ne stanno pagando le conseguenze più severe.
Ieri negli ospedali di Liverpool il 93% dei posti in terapia intensiva era già occupato a causa dei pazienti malati di Covid19. Segno che la situazione è già allo stremo. Ma ciò non ha spaventato troppo i ragazzi scesi in strada ieri sera.
Come annunciato dal governo l’altro ieri, da oggi a Liverpool e in altre zone dell’Inghilterra più afflitte dalla pandemia è in vigore la chiusura di bar, pub (non i ristoranti e i pub che servono pasti), palestre, casinò e centri per scommesse, per almeno quattro settimane.
Inoltre, sono vietati contatti con qualunque altro nucleo familiare al di fuori del proprio, così come sono vietati spostamenti al di fuori della propria città di residenza e anche ogni forma di ospitalità di una persona al di fuori del nucleo familiare o non residente (anche solo per un notte), al di là di imprescindibili motivi familiari o lavorativi.
Il premier Boris Johnson intanto è sotto pressione dopo la decisione di non ascoltare gli scienziati e dunque di non approvare un nuovo lockdown nazionale di almeno due settimane, per fermare la spirale dei contagi (ieri quasi 18mila in più) e morti (ieri 143, non accadeva da giugno).
Secondo il Sage (il corrispettivo italiano del Cts), se la chiusura totale venisse approvata subito, si “risparmierebbero migliaia di vite”, come minimo tra le 4mila e le 7mila. Ma il premier, in un nuovo scontro tra politica e scienza, non vuole chiudere per non dare un altro colpo ferale all’economia alla vigilia della Brexit il 31 dicembre e preferisce applicare restrizioni, anche severe, a livello locale.
Ieri il leader laburista Keir Starmer ha sferrato un duro attacco a Boris Johnson, adottando anche lui la richiesta di un lockdown nazionale immediato. Una mossa che ha messo il premier all’angolo, tra l’altro già accerchiato dagli scienziati e da coloro, come decine di conservatori e i principali tabloid, che invece non vogliono assolutamente nuove restrizioni.
(da agenzie)
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