LO SCANDALO DEI PULMANN PER LE GITE: FARI GUASTI E AUTISTI SENZA PATENTE
UN BUS SU CINQUE E’ FUORILEGGE… TURNI NON RISPETTATI E GARE AL RIBASSO TRA LE CAUSE DEGLI INCIDENTI
L’ultimo autista controllato, lo scorso primo giugno, aveva appena assunto anfetamine. Due pasticche, poi si era messo alla guida del bus pieno di ragazzini, sessanta ragazzini delle scuole elementari.
Gita scolastica alla Villa Reale di Monza. La polizia ha sottoposto al drug test il conducente, 44 anni, nervoso, sovreccitato: “Ho preso due tachipirine ieri sera, sa, il mal di testa”.
Era in attesa dei ragazzi nel parcheggio della villa. Controllo di routine su mezzo fermo, in questo caso di una società di noleggio di Pavia.
Autista positivo, patente ritirata, avvio al prelievo del sangue in ospedale per conferma: un altro guidatore viene convocato per riportare a casa gli studenti in sicurezza.
L’accordo tra polizia stradale e ministero dell’Istruzione, attivato con la celebre circolare 674 del 3 febbraio (rientrata laddove dava responsabilità troppo dirette agli insegnanti), sta producendo risultati.
A quattro mesi dall’avvio dei controlli su strada gli agenti hanno scoperto che un pullman su cinque è fuorilegge.
Quasi diecimila autobus per le gite controllati, il dieci per cento del parco circolante: di questi, 6.982 dopo una telefonata fatta alla polizia dal dirigente scolastico.
Bene, millesettecentotrentacinque – il 17,5 per cento – non avrebbero potuto proseguire. E non hanno proseguito.
Uno su cinque aveva gli pneumatici lisci, le cinture di sicurezza fuori uso, i fari guasti, gli specchi retrovisori danneggiati: problemi strutturali, ecco.
In 295 casi la scatola nera (cronotachigrafo per i bus più vecchi) aveva rivelato che l’autista non aveva riposato abbastanza.
Centosettanta volte aveva violato ripetutamente il limite di velocità : 100 chilometri l’ora.
Otto autisti non avevano la patente in tasca, venticinque veicoli non erano passati dall’obbligatoria revisione, venti non avevano copertura assicurativa.
Un rischio quotidiano, certificato dal fatto che il 27 marzo scorso, neppure una settimana trascorsa dalla tragedia dell’Erasmus (13 ragazze morte sull’autostrada Valencia-Barcellona, tra le quali sette italiane), un autista ha coperto l’andata Fermo-Napoli correndo come un pazzo con due classi di liceali a bordo, incurante delle richieste di rallentare avanzate dai quattro docenti: ha persino spaccato un retrovisore contro un cartello.
Gli insegnanti hanno fatto scendere i ragazzini sulla superstrada, pur di non proseguire con quel guidatore.
Rara saggezza, visto che l’autista scartato ha imboccato il ritorno, carico solo delle valigie della scolaresca, e si è schiantato contro uno spartitraffico.
A Verona, l’8 aprile scorso, la stradale ha trovato un autista ubriaco alle 6.30 di mattina – verifica fatta con l’etilometro – prima della partenza per Monaco di Baviera. Due pullman sono stati fermati nel giro di pochi giorni in provincia di Grosseto, erano della stessa società : cinture difettose (8 in un caso), 300 euro di multa e cambio bus per la visita del Parco dell’Uccellina.
Un autista di Nola, altro caso, era stato condannato per detenzione di droga e lavorava in nero. La patente di guida – categoria D – l’aveva manomessa. Gli incartamenti erano falsi.
Come raccontato in un’inchiesta di Repubblica , molti dei guai che toccano il trasporto per le gite di scuola nascono dalle gare al ribasso fatte dai singoli istituti scolastici.
In Italia viaggiano 6mila autobus a nolo Euro 0, fabbricati, cioè, prima del 1992. Ventiquattro anni fa. L’impresa che vince un appalto per il trasporto scolastico occasionale propone, in media, un prezzo di un euro a chilometro.
L’Anav, che è l’associazione autotrasporto viaggiatori, sostiene che sotto 1,6 euro a chilometro non si possano offrire autobus in sicurezza.
Una recente direttiva europea consente a un’azienda del ramo di aprire con soli 9mila euro di capitale, la cifra necessaria per garantire la manutenzione.
La metà degli autobus circolanti non è dotata di scatola nera: il cronotachigrafo digitale che registra percorso, soste, durata del viaggio negli ultimi ventotto giorni. Oltre 13mila mezzi montano solo un disco con un pennino che segna i dati su carta, il cosiddetto cronotachigrafo analogico: si può manomettere con una certa facilità , può essere distrutto alla fine del viaggio.
La Motorizzazione civile, nei suoi controlli periodici, ha scoperto la frequente alterazione del limitatore di velocità . La “fine corsa” di un mezzo, poi, si stima intorno al milione di chilometri macinati: molti pullman ci arrivano in buone condizioni, altri toccano il tetto degni dello sfasciacarrozze.
Ancora: ogni autista dovrebbe guidare non più di nove ore il giorno e non più di quattro ore e mezzo di fila.
“Il salto dei turni di riposo è tra le prime cause di incidenti”, spiega l’Associazione amici sostenitori della Polstrada.
Corrado Zunino
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply