LO STORICO SALVATORE LUPO: “MESSINA DENARO NON ERA IL CAPO DEI CAPI, NON ERA IL SUCCESSORE DI RIINA”
“ERA UN MEDIATORE D’AFFARI, UN CAPO LOCALE. DIRE CHE SIA STATO IL SUCCESSORE DI RIINA È UN GROSSO ERRORE, LA STAGIONE DELLA MAFIA STRAGISTA SI E’ CHIUSA 30 ANNI FA”
«Giusto esprimere soddisfazione ma non carichiamo di enfasi questa giornata: Messina Denaro non era il capo dei capi, non era il successore di Riina». Salvatore Lupo, docente di Storia contemporanea all’Università di Palermo è uno dei più autorevoli studiosi del fenomeno mafioso: e va controcorrente, invitando a frenare l’euforia per la fine della latitanza del boss di Castelvetrano.
L’arresto di Matteo Messina Denaro è stato salutato come una festa della liberazione. E lei, professore, non condivide gli eccessi di entusiasmo.
«Una cosa che mi ha colpito è in effetti l’enfasi attorno a questa cattura, questo arresto chiude la stagione della mafia stragista solo davanti all’opinione pubblica, ma in realtà questa stagione è finita 30 anni fa».
Un altro grande latitante preso non lontano da casa, dopo Riina e Provenzano.
«Ma non sarebbe mai stato preso se fosse stato altrove: il mafioso che se ne va, d’altronde, smette di esercitare la propria funzione».
Ecco, che funzione esercitava Messina Denaro?
«Non quella del capo dei capi. La funzione del mafioso si svolge a piu livelli: può essere un mediatore d’affari e Messina Denaro lo era, può essere un capo locale, sicuramente lo era. Ma dire che sia stato il successore di Riina è un grosso errore”.
Perché, a suo avviso, l’ultimo superboss è stato Riina?
«Perché la mafia è una confederazione di gruppi. La puoi tenere insieme con il terrore. I morti sulle strade non ci sono più da decenni, dall’epoca di Riina. Anche Provenzano era solo un mediatore, dava qualche consiglio. La mafia di oggi non ha più bisogno di mettere le bombe. Il problema dei rapporti fra mafia e politica esiste. Non esiste un concetto di mafia del tutto immune da commistioni politiche».
(da La Repubblica)
Leave a Reply