LOLLOBRIGIDA È RIUSCITO A FARE INCAZZARE ANCHE I PESCATORI
DOPO LE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI, ORA IL COGNATO D’ITALIA DEVE GESTIRE GLI AGGUERRITISSIMI PESCATORI DILETTANTI, IMBUFALITI PERCHÉ UN SUO DECRETO LIMITA LA TECNICA ITTICA DELLA “PALAMITO”, OVVERO LA LUNGA LENZA CUI SONO ATTACCATI CENTINAIA DI AMI E DI ESCHE
Prima i trattori, ora i pescatori. È un periodaccio per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che dopo aver fatto infuriare migliaia di coltivatori ora deve gestire gli agguerritissimi pescatori dilettanti, adirati perché un suo decreto ha quasi bandito l’antica tecnica ittica della “palamito”. Una tradizione che a quanto pare è cara pure alla Lega, visto che il Carroccio non ha esitato a prendere le difese dei pescatori contro il ministro.
La tradizione del palamito è diffusa soprattutto in Liguria e in Toscana e consiste nell’usare un attrezzo costituito da una lunghissima lenza cui sono attaccati centinaia di ami e di esche.
Fino a febbraio la legge imponeva alla pesca sportiva un tetto di 200 ami per ciascun palamito, ma un decreto di Lollobrigida ha abbassato la soglia a 50, riducendo di molto le probabilità di un buon “raccolto”.
Il ministero allarga le braccia, richiamando le normative europee e sostenendo che il limite di 200 ami era troppo invasivo per l’ecosistema. Non solo: obiettivo sarebbe anche quello di contrastare quelle zone grigie di chi, dietro alla pesca dilettantistica, ha messo in piedi un mercato abusivo di pesce.
Motivo per cui la Coldiretti Imprese Pesca sostiene convintamente il decreto, in maniera analoga a come la Coldiretti di Ettore Prandini ha sempre avuto parole al miele per Lollobrigida. Sui social però non si fa fatica a trovare decine di commenti preoccupati.
A esporsi è, tra gli altri, il Consorzio Nautico di Livorno: “Lollobrigida rischia di cancellare l’antica e tradizionale pesca sportiva-ricreativa con il palamito costringendo migliaia di pescasportivi a non godersi più qualche ora di tempo libero in mare” [
Una versione magari edulcorata, ma che trova ampie sponde politiche anche a destra. Sia in Forza Italia che, soprattutto, nella Lega. Nei giorni scorsi se n’è parlato durante l’ultimo Consiglio regionale ligure, nel quale il capogruppo di FI Claudio Muzio e il salviniano Stefano Mai hanno promesso di farsi carico degli interessi dei pescatori.
Ma il caso ora è arrivato anche in Parlamento e non solo per tramite del dem Luca Pastorino, che ha presentato un’interpellanza urgente a Lollobrigida, ma pure per bocca del leghista Francesco Bruzzone, deputato savonese che sarà candidato alle Europee e che ha depositato un’interrogazione scritta al ministro: “Pur nella giusta e condivisibile tutela dell’attività della pesca professionistica – è la posizione di Bruzzone – esistono decine di migliaia di pescatori dilettantistici che non possono subire una così forte restrizione”
(da agenzie)
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