L’UE VARA LA SUA LISTA DI PAESI SICURI, INCLUDENDO EGITTO, BANGLADESH E TUNISIA, DA CUI PROVIENE LA GRAN PARTE DI CHI SBARCA IN ITALIA E A CUI POTRANNO ESSERE APPLICATE LE PROCEDURE ACCELERATE DI FRONTIERA – MELONI ESULTA, MA LE NUOVE PROCEDURE EUROPEE PREVEDONO PIÙ GARANZIE PER I MIGRANTI RISPETTO A QUELLE PREVISTE DAL GOVERNO ITALIANO
NON SOLO: LA UE INDICA SOLO SETTE “PAESI SICURI” E NON 19 COME L’ITALIA, LA POSSIBILITA’ DI FARE RICORSO, IL VAGLIO DEI MAGISTRATI E L’ESCLUSIONE DI PARCHEGGIO IN ALBANIA
La Ue vara la sua lista di Paesi sicuri includendo Bangladesh ed Egitto, da cui provienela gran parte di chi sbarca in Italia e a cui potranno essere applicate le procedure accelerate di frontiera. E prevede la possibilità di designare come sicuri Paesi con eccezioni territoriali e per precise categorie di persone.
«Avevamo ragione, siamo sulla buona strada che ci consente di attivare le procedure accelerate di frontiera ai migranti che arrivano da determinate nazioni, come previsto dal protocollo Italia-Albania», dice soddisfatta Giorgia Meloni.
Ma le nuove procedure europee prevedono molte più garanzie per i migranti: risposta alla richiesta di asilo in tre mesi, diritto a proporre ricorso in tribunale contro il prevedibile diniego e, nel frattempo, permanenza nei centri di accoglienza in territorio europeo.
Assai diverso dalle procedure accelerate pensate dal governo italiano, con i migranti trattenuti in un Paese terzo come l’Albania, diniego immediato del permesso di soggiorno, appena una settimana per proporre ricorso e rimpatrio entro 28 giorni.
Paletti importanti che, dunque, escludono la possibilità di bypassare il vaglio dei giudici che in Italia hanno di fatto costretto il governo a cambiare l’utilizzo dei centri albanesi, destinandovi non i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri ma gli irregolari già presenti su territorio italiano da rimpatriare.
La proposta legislativa adottata ieri dalla Commissione europea, per quanto rapido possa essere l’esame di Parlamento e Consiglio ( si parte già il 24 aprile) difficilmente potrà entrare in vigore prima di diversi mesi, ma cambia il contesto in cui andrà ad inserirsi il verdetto della Corte di giustizia europea sui ricorsi italiani atteso entro giugno.
I giudici non potranno non tenere conto della nuova norma che consentirà di definire sicuro anche un Paese con eccezioni territoriali e per categorie
di persone e del varo di una lista che, oltre agli otto candidati ad entrare in Europa, include altri sette Paesi sicuri: Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia.
Molti meno rispetto alla lista del governo italiano, che ne prevede ben 19, tra cui Paesi dell’Africa subsahariana che l’Europa invece esclude. Gli
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