L’ULTIMA BUFALA DI DI MAIO: “HO DATO MANDATO DI STAMPARE SEI MILIONI DI TESSERE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA”
PECCATO CHE MANCHI IL DISEGNO DI LEGGE CHE LO ISTITUISCA E NESSUNO AUTORIZZEREBBE UNA SPESA ILLEGALE, QUINDI RACCONTA BALLE COME AL SOLITO… E NON PRECISA LA PLATEA DEI BENEFICIARI, PERCHE’ I SOLDI NON BASTANO
«Ho già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche per il reddito di cittadinanza»: Luigi Di Maio era in vena di annunci ieri sera a Piazzapulita su La7 e ha deciso di movimentare la serata di Corrado Formigli con un annuncio roboante che serviva soprattutto a coprire l’indeterminatezza del provvedimento, a novembre e a pochi mesi dalla sua entrata in vigore “Avrete tutti i parametri a breve”, dice riguardo le regole che accompagneranno la legge.
E sulla distanza da casa per le offerte di lavoro spiega che non sarà definita per “raggio di chilometri” ma “in macroaree”.
L’annuncio dei sei milioni di tessere già stampate per il reddito di cittadinanza sono evidentemente serviti a Di Maio per districarsi dalla domanda più interessante: quella sulla definizione della platea di beneficiari.
Non è un segreto che i conti finora non tornino, come è stato fatto notare da molti anche non pregiudizialmente ostili al governo Lega-M5S.
Ma soprattutto non si capisce a cosa servano adesso le tessere elettroniche dopo che per giorni è stato pubblicizzato il metodo del professor Mimmo Parisi per il Mississippi che prevede l’utilizzo di un’app.
Che l’affermazione sia più una sboronata o una bufala, poi, è testimoniato dal fatto che finora non ci sono leggi che istituiscono il RdC, che secondo la Nota di Aggiornamento al Documento Economico Finanziario dovrebbe arrivare tramite un disegno di legge collegato mentre lo stesso Di Maio in più occasioni ha parlato di decreto legge.
Ma senza strumenti di legge è escluso che un ministro possa dare il via a un programma di stampa di sei milioni di “tessere” (saranno card come quella di Tremonti?), se non altro perchè dovrebbe poi andare a giustificare la spesa.
(da “NextQuotidiano”)
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