L’ULTIMO ATTO DEL MINISTRO FITTO: 710 MILIONI DI MANCE A PIOGGIA
DAL POLO PER I TRAPIANTI IN SICILIA ALLA ZES UNICA
Prima di trasferirsi a Bruxelles come Commissario per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto ha distribuito circa 710 milioni di euro per una serie di interventi discrezionali nell’ultima riunione del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) del 29 novembre. Una cifra che si può ricostruire grazie a tabelle e cifre che Il Fatto ha ottenuto da fonti interne al governo.
Dopo alla riorganizzazione del Fondo di Sviluppo e Coesione, il ministro per gli Affari europei può, infatti, disporre di una quota di risorse, per il finanziamento, sempre tramite delibere del Cipess, di “specifiche iniziative e misure strategiche”. Una possibilità che Fitto ha costruito: è lui ad aver riorganizzato il Fondo con un nuovo Regolamento, che prevede che le risorse vengano assegnate tramite accordi con i ministeri, accordi territoriali con le Regioni e scelte discrezionali. Così l’ormai ex ministro ha “rosicchiato” circa 2 miliardi e mezzo di euro a disposizione del suo dicastero, mentre le risorse per i vari ministeri distribuite nell’ultima seduta del Cipess erano molte di meno rispetto al vecchio ciclo di programmazione. Da qui le proteste del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e i malumori degli altri.
Nella fattispecie, rispetto a quanto indicato nella delibera Cipess 25/2023, ovvero 21,577 miliardi di euro, l’importo si è sensibilmente ridotto. I miliardi da distribuire erano 15,062, comprensivi di 9,265 miliardi di euro già assegnati, a titolo di anticipazione, in favore di alcune amministrazioni centrali. Dunque, il valore netto da ripartire adesso è stato 5,797 miliardi di euro.
Gli interventi discrezionali rispondono a ragioni politiche. Ed è stato il sottosegretario Alessandro Morelli a ricapitolarli, come risorse per “sicurezza, salute, Zes unica e sport”. La cifra più ingente – 348 milioni e 800 mila euro – è stata stanziata per la realizzazione di un nuovo Polo di Eccellenza per Trapianti, Terapie Avanzate, Ricerca e Innovazione (l’ISMETT 2 ), a Carini, in provincia di Palermo. Una decisione al di fuori della programmazione sanitaria e senza coinvolgere il ministro competente, quando al ministero della Salute sono andati appena 90 milioni per investimenti in tutto il territorio nazionale per il periodo 2021-2027.
A cantare vittoria sono il presidente della Sicilia, Renato Schifani (la Regione stessa ha stanziato ulteriori 50 milioni) e il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. Schifani non è esattamente tra gli amici di Fratelli d’Italia, ma è il metodo Fitto: accontentare per blandire, distribuire per mantenere sottotraccia i conflitti
D’altra parte è quello che ha fatto con Matteo Salvini: proprio il 29 novembre ha dirottato 3 miliardi sul progetto del Ponte. Un modo di Palazzo Chigi per tenersi buono anche Salvini: l’opera infrastrutturale, che dovrebbe collegare la Calabria alla Sicilia, è il vero obiettivo del leader del Carroccio e per evitare che il leghista crei problemi nel governo, Meloni deve concedergli almeno una bandierina.
Per tornare agli interventi direttamente voluti dal ministro, 300 milioni sono andati alla Zes unica del Meridione per interventi ancora da definire; praticamente soldi a disposizione del Commissario unico per la Zes, che è l’avvocato Giosy Romano, nominato dallo stesso Fitto ad agosto. Poi ci sono 14,7 milioni per 25 centri sportivi, distribuiti su tutto il territorio nazionale. E 10 milioni per il progetto “CIS Ventotene”, ovvero il recupero dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano/Ventotene. Il progetto era stato promosso dal governo Renzi nel 2016, ma anche qui esiste un commissario: Giovanni Maria Macioce era stato nominato la prima volta il 9 febbraio 2023 dal governo Meloni ed è stato prorogato a settembre per un altro biennio. In extremis, se n’è aggiunto anche un altro: 32 milioni per interventi infrastrutturali sugli immobili in dotazione dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’ordine.
Da notare come tra i giochi di prestigio di Fitto e di Giorgia Meloni ci sia anche la scelta di non dare al nuovo ministro, Tommaso Foti, la delega al Sud lasciandogli la Coesione: Foti gestirà il Fondo sviluppo e coesione, cioè i soldi per gli investimenti, destinato per l’80 per cento al Sud. “Era stato previsto fin dal principio”, ha spiegato il nuovo ministro.
(da agenzie)
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