L’ULTIMO AUTOGOL DI SALVINI SUL REFERENDUM GIUSTIZIA: SI INDIGNA PER LA REVOCA DELLA MISURA CAUTELARE IN CARCERE DI UN UOMO CHE UCCISE DUE BAMBINI E COSI’ SCONFESSA IL SUO SECONDO REFERENDUM
CHE FIGURA DI MERDA: NON CONOSCE NEANCHE I QUESITI CHE HA PROPOSTO
E’ l’ennesimo paradosso, stavolta gigantesco, del leghista improvvisamente scopertosi garantista per ragioni di mera propaganda.
A offrirlo è il solito Matteo Salvini, leader di un partito che è passato dallo sventolare il cappio in Parlamento e dall’alimentare la gogna quotidiana contro gli indagati (ancor meglio se extracomunitari) a promuovere un referendum “per una giustizia più giusta”.
Il leader della Lega si è indignato per la scarcerazione di Rosario Greco, colui che l’11 luglio 2019 a Vittoria, provincia di Ragusa, travolse con il suo suv i due cuginetti Alessio e Simone D’Antonio, di 11 e 12 anni.
Il primo morì sul colpo, il secondo spirò tre giorni dopo in ospedale, dove gli furono amputate le gambe, tranciate dall’auto, nel tentativo disperato di salvargli la vita. Subito dopo l’incidente, l’uomo – sotto effetto di alcool e droga – si allontanò a piedi con gli altri tre occupanti dell’auto, forse per paura di essere linciato. Venne arrestato poco dopo.
Il leader leghista agita la forca sulla vicenda dei due cuginetti uccisi nel 2019 a Vittoria e, senza accorgersene, sconfessa uno dei quesiti referendari sulla giustizia proposti proprio dalla Lega che saranno votati domenica prossima.
L’articolo 274 del codice di procedura penale tratta, in generale, le misure cautelari. Parliamo, ad esempio, della custodia in carcere o agli arresti domiciliari, oppure dell’obbligo di firma o di non lasciare il Paese.
Sono misure che privano l’indagato della libertà personale e possono essere utilizzate dal giudice solo in alcune specifiche situazioni, elencate proprio al comma uno dell’articolo 274. In sintesi: se c’è il rischio di inquinamento delle prove; se c’è il pericolo di fuga o se l’imputato si è già dato alla fuga; se esiste il rischio di reiterazione del reato o se si tratta di un reato grave. Il secondo quesito referendario va ad abrogare la parte del testo che riguarda questa terza possibilità: il pericolo di reiterazione del reato o reato grave. In sostanza si andrebbe verso l’utilizzo della custodia cautelare quasi esclusivamente per il rischio di fuga o inquinamento delle prove.
Salvini, oltre a dimostrare di non conoscere nemmeno il quesito referendario, da un lato vuole fare il garantista, salvo poi smentire se stesso invocando la custodia cautelare per solleticare i forcaioli.
(da il Foglio)
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