LUNGIMIRANZA TEDESCA: “ENTRO IL 2030 IN GERMANIA MANCHERANNO SEI MILIONI DI LAVORATORI, I PROFUGHI CI SALVERANNO”
LA POPOLAZIONE INVECCHIA E IL TASSO DI NATALITA’ E’ BASSO: NEL 2060 MENO 8% DI FORZA LAVORO
«Se riusciamo a integrare in fretta i profughi nel mondo del lavoro, risolviamo uno dei maggiori problemi per il futuro economico del nostro paese: la mancanza di personale qualificato».
Nelle parole del vicecancelliere e ministro dell’Industria Sigmar Gabriel, pronunciate ieri di fronte al Bundestag, c’è l’importante risvolto economico dell’accoglienza dei richiedenti asilo: i migranti possono fornire alla Germania quei circa 6 milioni di lavoratori che mancheranno entro il 2030.
La popolazione invecchia, il tasso di natalità è basso, e senza il contributo della persone che arrivano “da fuori”, «è in pericolo non solo il sistema delle imprese, ma anche il benessere generale della società », sostiene il leader del partito socialdemocratico.
A preoccupare sono, in particolare, le proiezioni sulla parte orientale del Paese: tra quindici anni nei Là¤nder della ex Repubblica democratica tedesca un terzo degli abitanti sarà oltre i 64 anni, contro l’attuale 24%.
Nel 2060 la popolazione complessiva dell’Est si sarà ridotta di un quarto rispetto ad oggi: da 12,5 a 8,7 milioni.
All’Ovest le variazioni sono inferiori, ma il trend è lo stesso: più anziani in una popolazione che nel suo insieme decresce.
Risultato: se oggi il 66% dei tedeschi è in età da lavoro, tra vent’anni lo sarà soltanto il 58%.
L’istituto dell’economia tedesca (Institut der deutschen Wirtschaft), centro di ricerche di area confindustriale con sede a Colonia, calcola che già nel prossimo decennio potrebbero mancare al sistema produttivo fino a 390mila ingegneri
Quella del leader Spd è una posizione pragmatica, di buon senso, che contribuisce a favorire il clima di accoglienza.
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