M5S, DAGLI ISCRITTI AI FIGLI DELLE STELLE: ECCO COSA PUO’ CAMBIARE LA PARTITA
LE TRE VARIABILI CHE POTREBBERO SPOSTARE GLI EQUILIBRI DELLA COSTITUENTE
Novembre: i Cinque Stelle entrano in un mese fondamentale per determinare il loro destino. Lo scontro Giuseppe Conte e Beppe Grillo sta per arrivare a un punto cruciale. Tra tre settimane ci sarà la Costituente, che potrebbe cambiare gli equilibri di forza ai vertici del Movimento e che – con l’eventuale superamento del tetto dei due mandati per gli stellati – potrebbe avere riflessi anche nell’immediato futuro. Prima ancora, però, il 17-18 ci sarà il nuovo test elettorale alle Regionali, in cui il M5S rischia di uscire ancor più ridimensionato in seno alla coalizione di centrosinistra.
Ma quali sono le variabili che possono incidere in un momento così complesso? Sostanzialmente tre: gli schieramenti, le prospettive e gli iscritti. Il Movimento – è noto – è diviso tra filo-contiani e movimentisti più vicini alle posizioni del garante. A livello di classe dirigente del partito e di eletti, stravince Conte, anche perché buona parte delle liste per le Politiche e le Europee risentono sia della sua mano sia della “tagliola” caduta sui big in Parlamento dal 2013. A Grillo però rimangono dei punti fermi di primaria importanza: Danilo Toninelli e Virginia Raggi hanno appeal tra la base stellata. Non solo il garante può vantare anche dei network di giovani come i Figli delle Stelle e uno sparuto numero di parlamentari dalla sua, un numero che potrebbe anche crescere.
Qui, infatti, entra in gioco il secondo tassello: la prospettiva. Diversi parlamentari al primo mandato stanno attendendo la Costituente con una certa apprensione: un superamento del tetto dei due mandati avrebbe un impatto sulle loro chance di ricandidatura con successo alle prossime Politiche, specie di fronte a un calo del M5S nelle intenzioni di voto. C’è chi già da tempo nicchia sulle restituzioni. Una fetta di questi delusi potrebbe rimpolpare le fila pro-
Tutti questi elementi concorrono a rendere ancora più indecifrabile l’ultima variabile: gli iscritti. Che i votanti attivi siano in larga maggioranza contiani e che sposino la linea dei vertici lo dimostrano le ultime votazioni del Movimento, con ratifiche convalide in tranquillità e con scelte in linea agli auspici del presidente. Ma le ultime votazioni hanno evidenziato anche una disaffezione della base. L’affluenza è molto bassa, tra il 15 e il 20% di media nelle votazioni nazionali. Conte, in caso di ripetizione del voto chiesta da Grillo sull’esito della Costituente, avrà bisogno di arrivare al quorum della maggioranza più uno degli aventi diritto. Dopo che il M5S ha festeggiato il soprasso sul Pd la scorsa primavera a quota 170mila iscritti, le liste dei militanti sono state riviste. Il numero definitivo non è ancora pubblico, ma si parla di una forte riduzione, di un effettivo dimezzamento (che renderebbe in sostanza più facile raggiungere il quorum). Ma la lontananza dai territori (che si è palesata plasticamente in Liguria), l’appeal di qualche movimentista e del garante e l’esito delle Regionali di novembre (con un eventuale riposizionamento politico del Movimento) rendono incerta anche la battaglia degli iscritti.
(da corriere.it)
Leave a Reply