“M5S PARTITO LEADER NEL DIFFONDERE BUFALE E ADESSO FILO-PUTIN”: L’INCHIESTA DEL SITO USA BUZZFEED SCOPRE L’ACQUA CALDA
L’ANALISI DELLA MACCHINA DI AFFARI E DI PROPAGANDA IDEATA DA CASALEGGIO DA PARTE DI UN SITO CONSIDERATO UN’ISTITUZIONE DELL’INFORMAZIONE DIGITALE
Il titolo dell’articolo di BuzzFeed è un’accusa pesante ai Cinque Stelle: “Il più popolare partito politico italiano è leader nel diffondere false notizie e fare propaganda per il Cremlino”.
Il pezzo firmato da Alberto Nardelli e Craig Silverman in realtà racconta ciò che da anni è stato ampiamente rilevato da giornali e libri, e cioè che la macchina di informazione e propaganda ideata da Gianroberto Casaleggio “include non solo i blog del partito e i profili social ufficiali che hanno milioni di seguaci, ma anche una serie di siti redditizi che si descrivono come fonti di ‘notizie indipendenti’, ma in realtà sono controllate dalla direzione del partito”.
A fare notizia è più che altro l’attenzione rivolta dal popolare sito americano, un’istituzione dell’informazione digitale; e l’attenzione riposta sulla “svolta putiniana” che avrebbe avuto il M5S.
Infatti BuzzFeed racconta di come l’atteggiamento del Movimento nei confronti della Russia sia cambiato nel corso del tempo.
Dalla critica alla Ue per non aver reagito all’invasione russa in Crimea al viaggio di Manlio Di Stefano a Mosca, ospite di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin.
Il sito americano ricorda anche i portali legati al M5S: La Fucina (definito “un sito di salute che riporta post su cure miracolose alimentando anche cospirazioni anti vaccini”), La Cosa, TzeTze e così via.
Un sistema capace di raggiungere milioni di utenti in rete: “Questi siti inesorabilmente rilanciano la campagna M5S, disinformazione e gli attacchi ai rivali politici – in particolare, il premier di centrosinistra Matteo Renzi. Uno di questi, Tzetze, ha 1,2 milioni di seguaci su Facebook”.
Alle domande specifiche sul tema inviate da BuzzFeed, la Casaleggio Associati non ha voluto rispondere. Ma anche a questo, in Italia, siamo abituati da tempo.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply