MA CHI VIVE NELLE CASE DA SOGNO DEL MINISTERO DELLA DIFESA?
PER “L’ESPRESSO” LA RUSSA E SUO FIGLIO NE HANNO ABITATA UNA, LUI NEGA… SOLO TENERLE IN ORDINE CI COSTA DAI TREMILA AI SEIMILA EURO AL MESE PER OGNUNA
Non sono giornate facili, queste, per Ignazio La Russa.
Fare il ministro della Difesa gli piaceva tantissimo, e ci ha dovuto rinunciare. Scoprire che i suoi ex colleghi di governo avevano solo finto di essergli amico per tornare a bollarlo come nero fascista, è stato un dolore nascosto a fatica dietro il consueto ghigno mefistofelico.
Ma ieri doveva essere una giornata di tregua, e quasi di speranza: alla Sala Capitolare del Senato si presentava Ladestra.it  , quotidiano online che vuole mettere a disposizione dei più giovani “valori antichi”.
Ospite d’onore, insieme a Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni, proprio La Russa, che sul sito lanciava la rubrichina “Diciamolo con Ignazio” con uno strale ai traditori: “Lo spettacolo di chi in parlamento o nel paese è pronto a cambiare casacca è quasi esilarante se non fosse per la tristezza di vedere uomini e donne pieni di sè, annaspare verso altre barche magari anch’esse traballanti, e circondate da scogli – scrive Ignazio -. Alla ricerca disperata di una cuccetta riscaldata dove svernare per il tempo necessario a preparare un nuovo salto e un nuovo approdo”.
Neanche il tempo di godersi un brindisi inaugurale ed ecco che t’arriva dal sito concorrente dell’Espresso una bordata micidiale: l’appartamento destinato al ministro della Difesa, 200 metri quadri in zona Colosseo affittati all’iperbolica cifra di 171 euro ma con spese da 4mila euro al mese, è stato utilizzato poco da La Russa mentre pare sia stato visto entrare e uscire il figlio Geronimo.
Un altro appartamento goduto all’insaputa di un ministro? Giammai, risponde con vigore La Russa, che invita L’Espresso a rettificare: “Tale alloggio di servizio, lecitamente abitato dal precedente ministro della Difesa non di centrodestra, è stato visto da me solo quando mi recai in visita di cortesia al ministro Parisi che ancora lo abitava e che ha continuato ad abitarlo, secondo le regole, anche parecchi mesi dopo la mia nomina – diceva una nota emessa ieri sera -. Non ho mai avuto le chiavi di tale appartamento, del quale ricordo la zona ma non l’indirizzo esatto. Di certo non vi ho mai trascorso un solo giorno della mia vita ‘da ministro’ nè, ne ho più avuto notizia. Ancora più offensiva è l’affermazione che sia stato usato da mio figlio Geronimo che neanche ne conosce l’esistenza e che quando passa da Roma dorme ovviamente a casa mia in zona Prati, dove abito da oltre 15 anni. Peraltro casualmente proprio vicino all’abitazione di Massimo D’Alema”.
Quegli accenni bipartisan, utili a trovare conforto in campo nemico, fanno quasi tenerezza: chiedete a D’Alema, il mio vicino di casa, vi confermerà dove sto di solito, e dove passa a rubare un letto il mio figliolo; quanto a Parisi, è stato lui a occupare l’immobile da ministro, e ci ha messo pure un po’ a levare le tende.
“Andai in quella casa per motivi di sicurezza – conferma Arturo Parisi, titolare della Difesa con Prodi nel 2006 -. Il governo cadde a maggio, io per l’estate me n’ero già andato. Non so chi arrivò dopo. Certo era una bella casa, utile perchè ci stavano dentro anche le guardie del corpo. In quella dov’ero prima non potevano entrare, nè avere un bagno”.
Ma, dall’estate del 2008, chi vive in quel comodo appartamento? “Non lo sappiamo, non sappiamo niente” rispondono all’unisono La Russa e il suo portavoce.
L’Espresso ammette: ok, forse Geronimo non c’entra, ma chi ha speso cifre variabili dai 3 ai 6mila euro al mese per “pulizia, riassetto di camere e di locali connessi nonchè pasti, mensa e sguatteria”? Mica sarà rimasto lì vuoto o a fare da pied-à -terre a qualche big?
“Non lo sappiamo, non sappiamo niente”, risposta bis dell’uomo che, fino a due settimane fa, era responsabile della Difesa, residenze di lusso annesse.
Chiara Paolin
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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