MANCANO 2.000 DEI 5.900 POLIZIOTTI DI QUARTIERE PREVISTI NEL 2002, ALTRO CHE RONDE
HANNO DATO RISULTATI POSITIVI, MA SONO SEMPRE STATI SOTTO ORGANICO … SOLO 3.894 LE UNITA’ IN SERVIZIO, UN POLIZIOTTO O CARABINIERE OGNI 70.000 ABITANTI… SPESI APPENA 207 MILIONI DI EURO RISPETTO AI 262 STANZIATI IN SEI ANNI
I poliziotti e i carabinieri di quartiere non decollano, dopo oltre sei anni dall’istituzione della “polizia di prossimità “, avviata nel 2002 dal Ministero degli Interni per contrastare la criminalità .
Le prefetture avevano indicato in 5.900 unità il fabbisogno per la messa a regime del servizio di poliziotto o carabiniere di quartiere e ne mancano sempre oltre 2.000.
Secondo un’analisi della Corte dei Conti, a inizio 2.009 si contavano in tutta Italia non più di 3.894 unità in servizio, in pratica un agente ogni 70.000 abitanti.
Di questi, 1.459 al Nord, 1.431 al Centro e solo 1.004 al Sud.
Il dato relativo al Settentrione vede la maggiore concentrazione della polizia in Lombardia (504), Piemonte (243), Emilia Romagna (236), e Veneto ( 183).
La Liguria si trova al quinto posto con 164 unità .
Nel Lazio si registra il record di poliziotti e carabinieri di quartiere con 882 unità .
Nel Sud il numero più elevato spetta alla Sicilia con 324 uomini, mentre il record negativo va alla Calabria e alla Basilicata rispettivamente con 96 e 24 unità .
Secondo la Corte dei Conti, nonostante “l’insufficienza numerica del personale e la relativa diffusione del servizio, i segnali percepiti attestano la crescita della fiducia dei cittadini nelle zone dove il servizio è attivato”.
L’Arma dei carabinieri ha documentato, producendo dati statistici relativi ad arresti e denunce, un moderato regresso quantitativo dei reati.
Sostengono che “l’iniziativa potrà esprimere le capacità ottimali di funzionamento quando il territorio sarà coperto nella misura a suo tempo indicata, ovvero 5.900 unità . Non è più rinviabile l’integrazione del personale in misura adeguata a estendere le funzioni alle fasce di popolazione finora escluse”.
Quanto ai costi, sono stati stanziati finora 262 milioni di euro complessivamente, ma ne sono stati spesi solo 207.
In pratica, per dirla chiara, per questo servizio si spende ogni anno la metà di quanto è previsto in futuro stanziare per le ronde, ovvero 100 milioni di euro l’anno.
Queste sono le contraddizioni della sicurezza in Italia, si crea un servizio che, pur tra i limiti, serve a creare un collegamento con i cittadini, e dopo sei anni si continua a non sostenerlo adeguatamente e si preferisce elargire a qualche onlus rondista amica una somma doppia rispetto a quella assegnata alle forze dell’ordine dello Stato italiano.
Senza dimenticare che servirebbero molto di più agenti e carabinieri in borghese che passano inosservati rispetto a tante divise ostentate, comprese le forze armate e pure le ridicole ronde. Meglio fare indagini che fare passerelle…
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