MANIFESTAZIONE A TORINO: NO TAV E NO GOVERNO, PREVISTE MIGLIAIA DI PERSONE IN CORTEO
“NON ABBIAMO PARTITI AMICI”: E IL M5S PERDE ANCHE LA SIMPATIA DEL POPOLO DELLA VALSUSA… “NOI IN COMMISSIONE? NO GRAZIE, SIAMO PRONTI ALLE BARRICATE”
Contro il Tav e contro il governo, Movimento 5 Stelle compreso.
Torino si prepara alla manifestazione dell’8 dicembre e i militanti non fanno sconti ai grillini, un tempo fieri oppositori alla Torino-Lione e oggi, da prima forza di governo, molto più cauti nelle loro valutazioni sulle grandi opere.
“Noi non abbiamo nè governi nè partiti amici”, spiega Livio Pepino, presidente del Controsservatorio della Valsusa ed ex magistrato di lungo corso.
È un mantra e uno slogan, ma soprattutto rimane una convinzione: dopo quasi trent’anni di battaglia i No Tav hanno imparato a non fidarsi della politica. “C’è freddezza nei confronti dei Cinque Stelle — conferma Lele Rizzo del centro sociale Askatasuna – perchè dopo le parole servono i fatti e finora i segnali sono soltanto di rinvio”.
In piazza scenderanno migliaia di persone.
Per i No Tav l’8 dicembre è una sorta di festa, l’anniversario di quel giorno del 2005 quando i militanti riuscirono a rioccupare i cantieri dell’Alta Velocità di Venaus mandando via le forze dell’ordine.
Una giornata di scontri che per la Valle significò “la cacciata da Venaus delle truppe d’occupazione” e la “riconquista della Libera Repubblica sgomberata tre giorni prima”.
A quei tempi il M5S nemmeno esisteva – sarebbe nato ufficialmente soltanto 4 anni più tardi, mentre si stavano organizzando i primi Meetup degli Amici di Beppe Grillo – ma fin dall’inizio della sua storia politica uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati è stata proprio l’opposizione all’Alta Velocità valsusina.
Oggi che siedono al governo, però, sono cambiate molte cose e il niet alla Torino-Lione non è più così scontato: secondo Rizzo “il Movimento 5 Stelle non sarà all’altezza di tenere la nostra parola d’ordine che è “fermare l’opera’”, mentre per Pepino “sarebbe curioso se chi ha fatto campagna elettorale contro il Tav poi lo approvasse. Per carità , lo ha fatto con il Tap, ma è un problema di coerenza”.
Niente violenza a Torino: “Sarà una manifestazione pacifica, popolare, aperta dalle donne e dai giovani delle valli”, garantisce Rizzo.
Ma non si chiuderanno gli occhi sui primi 190 giorni di governo: “Non saremo politically correct, faremo rimostranze contro il governo, il decreto Salvini e una politica continuamente razzista e classista”.
Il corteo contro il Tav, insomma, sarà l’occasione per protestare contro un’intera maggioranza.
Nemmeno l’ebbrezza di un eventuale stop dettata dall’analisi costi-benefici li spingerebbe tra le braccia di Di Maio e compagni: “Se dovessimo vincere questa battaglia sarà perchè siamo stati forti abbastanza da influenzare un partito di governo, ma questo non significa che lo sposiamo: tutto il resto che vediamo non ci va bene”, prosegue Rizzo.
Proprio dall’esecutivo, nelle scorse ore, è arrivata l’apertura al dialogo con i No Tav e la promessa di incontrarli presto. “Non abbiamo mai ricevuto alcun invito dal governo nè ricevuto risposte alle nostre lettere — replica Alberto Perino, leader storico del Movimento della Valsusa. Io ho notato che anche questo governo ha il vizio di dire tante cose ma gli atti sono un’altra cosa”.
Secco no anche sull’ipotesi che nella Commissione che deciderà il destino della linea Torino-Lione possano entrare i rappresentanti dei due schieramenti che si battono a favore e contro l’opera: “Non devono esserci, sarebbe un fatto inquinante. L’analisi costi-benefici la deve fare una commissione di persone che non hanno interessi”, prosegue Perino. “Noi invece continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, le barricate di carta e quelle reali”.
(da “Huffingtonpost”)
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