MARGHERITA ED ELENA: LE DUE RAGAZZE MULTATE DI 4.000 EURO PER IL DECRETO SALVINI
IL VERBALE CONTESTA UN “BLOCCO STRADALE” A LORO E A 21 OPERAI IN LOTTA PER LA DIFESA DEL LORO POSTO DI LAVORO… COLPEVOLI DEL REATO DI SOLIDARIETA’
Il 16 ottobre due studentesse fiorentine partecipano a Prato a un corteo non autorizzato, organizzato da Sì Cobas a sostegno delle lotte di alcuni operai tessili.
A Margherita Mastrantoni, 18 anni, ed Elena Amadei, di 17, è stato recapitato un verbale che contesta il blocco stradale, reintrodotto dal decreto sicurezza, e una sanzione da mille a 4mila euro.
Multe analoghe anche a 21 operai che hanno preso parte allo stesso corteo. Ieri Margherita ed Elena hanno partecipato a Prato alla “Marcia per la libertà ” per chiedere l’annullamento dei decreti sicurezza e delle multe. E hanno parlato con Repubblica:
Era la prima volta che partecipavate a una manifestazione?
Margherita: «No, facciamo parte di un collettivo scolastico e abbiamo seguito diverse manifestazioni, da quelle sulla scuola a quelle operaie. Poi anche quelle sui cambiamenti climatici e il primo raduno delle sardine a Firenze».
Elena: «Ci sembrava grave quello che denunciavano quegli operai a Prato, così ci siamo mosse per poter fare qualcosa contro lo sfruttamento e la precarietà ».
Pagherete la multa?
Margherita: «Mio padre mi ha rassicurato che nel caso mi aiuterà lui, ma intanto ci siamo rivolte a un avvocato e faremo opposizione. La questione però non è soltanto la cifra, che per le nostre famiglie è comunque alta – mio padre fa l’elettricista – , ma è che in questo modo si punisce un atto di solidarietà . Non ci piacciono le parole di odio di Salvini, e come giovani ci sentiamo doppiamente attaccati dalle sue politiche perchè il Paese che vorrebbe costruire è quello che, un giorno, erediteremo noi. E allora dobbiamo chiederci se è questo il mondo che vogliamo. Quello, per esempio, in cui due ragazze solidali con degli operai vengono multate, un Paese in cui la priorità è tenere i porti chiusi piuttosto che mettere in campo delle politiche grazie alle quali i giovani come noi non debbano diventare, domani, loro stessi emigranti».
Dopo la lettera aperta cosa è successo?
Margherita: «Abbiamo ricevuto tanta solidarietà soprattutto da parte di associazioni e movimenti. Ma poi alla Marcia per la Libertà a Prato la questura ci ha negato gli spazi che Sì Cobas aveva chiesto, e cioè la piazza del Comune, ci hanno messo in un recinto di 700 metri. Il problema, insomma, resta: a parte noi, a pagare le multe sono anche diversi operai, cioè la parte più debole. Gente che guadagna mille euro al mese. Vi sembra giusto tutto questo? ».
(da “NextQuotidiano“)
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