MARINA E PIER SILVIO ORDINANO AL “CAMERIERE” TAJANI DI IMBARCARE PEONES ALLA CAMERA E AL SENATO PER RINFOLTIRE FORZA ITALIA
TAJANI DOVRA’ RIPRENDERE IL DIALOGO CON I GRUPPUSCOLI CENTRISTI: NON SOLO LUPI E CESA, MA ANCHE LE TRUPPE CAMMELLATE DI CARLO CALENDA.. IL RITORNO DI CARFAGNA E GELMINI
La fase due sul rinnovamento e i volti smart ci sarà, per carità, come desiderano dalle parti di Arcore e Cologno Monzese. Ma intanto inizia una fase due molto più prosaica per contare di più in Parlamento specie all’inizio di un percorso che porterà a tensioni e riequilibri nel centrodestra.
Forza Italia, via segretario Antonio Tajani ma con la benedizione della famiglia Berlusconi, Marina e Pier Silvio, punta ad accogliere moderati per pesare di più tra Camera e Senato, nelle commissioni ma anche nei confronti degli alleati abbastanza nervosetti dopo il voto a Bruxelles sulla Commissione europea a guida Ursula von del Leyen.
L’idea che si fa spazio tra gli azzurri è che gli attacchi del Carroccio di Matteo Salvini contro Tajani e il partito siano sostenuti dietro le quinte dalla premier Giorgia Meloni, e che quindi sia iniziata una fase di logoramento alla quale bisogna in qualche modo rispondere e farsi trovare preparati.
Non a caso il presidente dei senatori berlusconiani Maurizio Gasparri ha già detto che la musica deve cambiare e che, in soldoni, non «siamo all’unicameralismo» e su alcuni ddl, a partire da quello sul codice della strada caro a Salvini, Forza Italia presenterà emendamenti. Insomma, basta fare i pigia-bottoni e i signor sì dei desiderata altrui.
Per far questo più parlamentari si hanno sotto l’ombrello azzurro meglio è. Ed ecco quindi la nuova strategia di Tajani: riprendere intanto il dialogo con i gruppuscoli moderati, non solo quello di Maurizio Lupi, che conta un squadretta di deputati, da Saverio Romano a Ilaria Cavo e Giuseppe Bicchielli, ma anche quello di Lorenzo Cesa. E iniziare ad accogliere nuovi ingressi nei gruppi azzurri.
Il mese scorso è arrivato da Azione Giuseppe Castiglione, ex forzista d’altronde, ma altri potrebbero a breve entrare nella truppa azzurra: in Transatlantico si dà quasi per chiusa la trattativa con Enrico Costa, grande sostenitore della riforma della giustizia targata Carlo Nordio e che in Piemonte sostiene il governatore Alberto Cirio.
Resta invece il veto di Tajani a nomi ingombranti: come quelli di Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna. Da tempo entrambe silenti in Azione e abbastanza scettiche. Forza Italia è pronta ad allargare il controllo di deputati e senatori, con ingressi diretti o con intese con i gruppi moderati tra i quali anche la Svp che ormai vota in sintonia con gli azzurri.
Intanto il segretario getta acqua sul fuoco delle tensioni nella maggioranza: «È sempre stato chiaro che ci sono — ha detto ieri Tajani — posizioni diverse in Europa. Ma questo non ha alcuna ri caduta sul l’attività di maggioranza e di governo. Forza Italia ha fatto sempre il suo dovere, è sempre stata in prima fila per realizzare il programma di governo senza creare alcuna turbolenza. Ma all’interno della maggioranza abbiamo sempre difeso i nostri valori. Forza Italia è un partito europeista ».
(da agenzie)
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