MARINO CI METTE LA FACCIA: AFFRONTA I FISCHI E STABILISCE UN CONTATTO CON I CITTADINI ARRABBIATI
LA MOSSA INATTESA DEL SINDACO DI ROMA
I suoi lasciano capire che il tira e molla è iniziato dopo la prima protesta, a inizio settimana.
Dicono che Ignazio Marino voleva andarci subito in quella periferia di Roma Est, Tor Sapienza, tunnel di case popolari tra la Prenestina e la Collatina rimbalzato sulle cronache nazionali per le proteste dei residenti contro gli immigrati del centro di accoglienza situato nel quartiere.
Il presidente del municipio e i rappresentanti del comitato di quartiere sconsigliavano: situazione troppo esplosiva per la visita del sindaco.
Vado o non vado: l’indecisione è durata fino a oggi, passando per un incontro con il comitato di quartiere in Campidoglio mercoledì, contatti con prefettura e forze dell’ordine. Vado o non vado: vado.
Nel pomeriggio, all’improvviso, Marino lascia la bici e anche la Panda rossa che gli ha scatenato il ‘multa gate’, sale su un’auto del Comune e si avvia verso fischi e contestazioni.
Immancabili, le proteste ci sono. “Buffone!”, “Vai via”, gli urlano di tutto, mentre lui, stretto nel cordone umano di sicurezza, tra polizia e carabinieri, si fa strada per il quartiere, dal centro di accoglienza di via Morandi al bar dove incontra i rappresentanti del comitato di quartiere.
Sarà il tentativo di lavare via l’onta del multagate, sul quale questa sera discute un’animata direzione romana del suo Pd, che però poi vira sul caos di Tor Sapienza e il presidente di assemblea, Mirko Coratti, chiede a Marino di azzerare la giunta e “ripartire, se è in grado”.
Sarà lo sforzo di rifarsi un’immagine dopo le polemiche seguite a quelle multe non pagate per violazione della Ztl in centro.
La cornice politica che spinge Marino fino a Tor Sapienza non brilla di pulizia inattaccabile. Però il sindaco decide di metterci la faccia, di andare nella fossa dei leoni a prendersi addosso una parte del malcontento che cova da anni in un quartiere dimenticato della periferia.
“Solo chi vive sulla luna può aspettarsi che in quartieri in difficoltà non ci siano contestazioni”, dichiara il sindaco a sera.
“Io ho la volontà di metterci la faccia e la voglia di ascoltare chi sfoga il proprio disagio. Penso che esistano due tipi di politici, quelli che si fanno vedere solo per raccogliere voti e sfruttare il disagio sociale, oltre a organizzare il dissenso mentre passa il sindaco, e chi invece quel disagio lo vuole ascoltare per risolvere insieme ai suoi cittadini i problemi”.
Parole al vetriolo contro leghisti (oggi anche Mario Borghezio è stato a Tor Sapienza, ma solo al bar a parlare con i giornalisti) e movimenti di destra che soffiano sulla rabbia dei residenti.
Dopo le iniziali titubanze, il sindaco riesce a stabilire un contatto proficuo con alcuni dei comitati della zona, ce ne sono diversi e anche divisi tra loro.
C’è chi gli urla “buffone!” e chi apprezza la visita.
Domani li sentirà per organizzare un incontro in Campidoglio la prossima settimana. Obiettivo: discutere su come gestire una pentola a pressione di povertà e malessere sociale arrivata ormai all’esplosione, dopo anni di abbandono da parte di ogni giunta capitolina.
“Sono qui perchè i media vi hanno dipinto come criminali e razzisti ma siete persone come noi che cercano la felicità per se stessi e per i propri figli”, spiega Marino in mezzo a una selva di cameramen, fotografi e giornalisti che cercano di farsi spazio nel cordone di agenti e consiglieri municipali stretti intorno al sindaco.
L’idea è di non chiudere il centro di accoglienza di via Morandi.
“Non chiuderemo il centro accoglienza ma cercheremo un compromesso tra quelle che sono le esigenze di tutti”, dice Marino ai residenti di Tor Sapienza.
La chiusura del centro verrebbe visto come un cedimento a chi “si fa vedere solo per raccogliere voti e sfruttare il disagio sociale”.
“Mi prendo l’impegno per una riqualificazione del quartiere con particolare attenzione al centro polifunzionale occupato, di via Giorgio Morandi”, sono le parole di Marino ai residenti.
Con loro il sindaco affronterà la situazione, alla mano una mappa delle zone di Roma dove collocare una parte degli immigrati di via Morandi, magari solo le donne e i bambini.
Anche se non sfugge quanto l’operazione sia complicata: i minori trasferiti ieri per proteggere la loro incolumità sono in parte tornati al centro per restare in quella che è la loro comunità a tutti gli effetti.
Tra gli impegni presi dal sindaco, anche quello di sbloccare l’apertura della stazione dei Carabinieri mai aperta in quartiere.
Il tempo dirà se la visita di Marino a Tor Sapienza servirà a gettare acqua sul fuoco della rabbia sociale e se servirà a limitare i danni del ‘multagate’.
Il sindaco comincia a “metterci la faccia”: il test è con il paese reale.
(da “Huffingtonpost“)
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