MARIUPOL, LOTTA FINO ALL’ULTIMO UOMO: LA CITTÀ, DATA OGNI GIORNO PER SPACCIATA, È ANCORA NELLE MANI DI UNA RESISTENZA EROICA
A TENERE IMPEGNATI CIRCA QUINDICIMILA SOLDATI RUSSI SONO POCO PIÙ DI DUEMILA MILITARI UCRAINI… I RUSSI HANNO BOMBARDATO LA CITTÀ CON MISSILI CRUISE E GLI ULTIMI DIFENSORI VEDONO SOLTANTO UNA POSSIBILITÀ: KIEV DEVE INVIARE NUOVE FORZE
A guidare le prossime manovre russe sul campo sarà la nave affondata dagli ucraini davanti a Odessa. L’incrociatore era considerato strategico per l’assalto finale delle truppe di Vladimir Putin, e ora lo zar si sente autorizzato ad alzare il tiro sulle città che stanno bloccando la sua avanzata. Prima tra tutte Mariupol, data ogni giorno per spacciata, e invece – nonostante sia drammaticamente distrutta e con migliaia di vittime -, ancora nelle mani di una resistenza eroica.
«Noi non ci arrendiamo, si vergogni chi ha disertato», spingono sul morale delle truppe i due protagonisti della battaglia nella città martire: Denis Prokopenko, colonnello del reggimento Azov, e il maggiore Serhiy Volyna, comandante della 36esima brigata dei Marines ucraini.
Spiegano in un video pubblicato su Youtube che sono riusciti a unire le forze e che stanno combattendo insieme.
I CRUISE
In risposta, la Russia sta colpendo duro e, per la prima volta, ha messo in campo due bombardieri strategici, un Tu-95 e un Tu-160, che hanno attaccato ieri Mariupol con missili cruise. A dare la notizia è stato il portavoce della Difesa ucraina, Oleksandr Motuzianyk.
«La città è stata colpita mentre gli aerei sorvolavano la regione russa di Krasnodar. Impiegati nel bombardamento anche aerei Tu22M3», ha spiegato, aggiungendo che ora Mosca sta concentrando gli sforzi nelle città di Rubizhne, Popasna e di Mariupol.
La battaglia, dunque, non si ferma, continua in ogni angolo della città devastata, e rappresenta anche la sfida chiave per la Russia.
A tenere impegnati circa quindicimila soldati di Mosca sono, infatti, poco più di duemila militari ucraini, forse anche qualcuno in meno
Da Kiev negano questi numeri, ma la situazione è realmente drammatica. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, maggiore Serhiy Volyna, ha chiesto al governo di Kiev di «sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente», perché – ha dichiarato – da ieri mattina «sono in corso feroci combattimenti, i russi avanzano in modo aggressivo. Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando».
Intanto, le truppe rimaste, appena qualche migliaio, continuano a rimanere asserragliate soprattutto nella ridotta della grande acciaieria Azovstal, che con la sua rete di tunnel consente di sfuggire agli assalti nemici.
Gli ultimi difensori di Mariupol, a questo punto, vedono soltanto una possibilità, ed è che da Kiev arrivino nuove forze, che la Capitale intervenga per «sbloccare la situazione il prima possibile. Militarmente o politicamente».
(da agenzie)
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