MARONI A TUNISI AVEVA FIRMATO UN ACCORDO PATACCA
NEL 2008 SU 36.952 CLANDESTINI SBARCATI A LAMPEDUSA, OLTRE 7.500 ERANO TUNISINI… MARONI A FINE GENNAIO VA A TUNISI E OTTIENE AL MASSIMO IL RIMPATRIO DI 500 IRREGOLARI SPALMATI IN SEI MESI E SPACCIA L’OPERAZIONE COME UN SUCCESSO…ORA SI SCOPRE PURE CHE TUNISI HA BLOCCATO TUTTO “PERCHE’ TORNANO DALL’ITALIA MALATI DI AIDS O DROGATI E L’ITALIA DEVE PAGARE LE CURE”… LA PROSSIMA VOLTA A TUNISI ANDATECI A MANGIARE IL COUS COUS, INVECE CHE A FARVI PRENDERE PER IL CULO
Non bastava la brutta figura rimediata con Malta, ora tocca nuovamente alla Tunisia. Ricorderete che a fine gennaio Maroni era andato in pompa magna in Tunisia per stipulare un accordo “decisivo” con il governo di Tunisi che “avrebbe risolto tutti i nostri problemi”, permettendo il rimpatrio dei clandestini tunisini che nel 2008 erano sbarcati a Lampedusa in numero di circa 7.500 sui 36.952 totali.
Era il periodo della grande emergenza, in cui il centro di accoglienza di Lampedusa era arrivato ad avere quasi 1.800 ospiti, creando l’insurrezione dei cittadini contro Maroni che li voleva trattenere tutti sull’isola.
Scoppiò persino l’incendio del Centro e alla fine circa 1.000 vennero spostati altrove.
Ma ritorniamo all’incontro di Tunisi che non era certo il primo.
Altri accordi erano stati fatti nel 1999 e nel 2003, ogni volta prevedevano forniture a carico dell’Italia di motovedette, progetti bilaterali, aumento dei visti ed elargizioni varie per la modica cifra di 15 miliardi di euro.
Il foularino verde di Maroni non intenerisce le autorità tunisine che, su 7.500 rimpatri proposti, ne accetta appena 500 e pure spalmati nell’arco di sei mesi.
Non gradiscono “rientri forzati di massa” per l’impatto mediatico che potrebbero avere, determinando proteste e calo della popolarità del governo tunisino. Abbiamo esportato si vede almeno la fissa dei sondaggi.
Tunisi in pratica può accettare 7, dicasi 7, rimpatri al giorno. Massimo finale 500 rimpatri in sei mesi.
Maroni torna a Roma con questo accordo patacca, ma ha il coraggio di andare in Tv e spenderselo come “un grande successo”.
Tanto grande che pensate solo a una cosa: se anche avessimo rimpatriato 500 clandestini in sei mesi, nello stesso periodo di tempo ne sono arrivati qualche migliaio, più di 1.200 nelle ultime due settimane.
Ma che è successo e che non ci hanno detto?
Che a un certo punto la Tunisia frena, anzi tira il freno a mano e blocca tutto. Tira fuori problemi di identificazione dei clandestini, non convalida i documenti inviati dalla polizia italiana, non si riprende in pratica i suoi connazionali.
A metà aprile, senza pubblicizzarsi stranamente come al solito, ma in segreto, Maroni torna a Tunisi per cercare di trattare.
Ha urgenza di vendersi ai media il rimpatrio di quei famosi 1.038 tunisini che a causa dell’insurrezione di tanti deputati del Pdl che hanno votato contro la sua proposta di portare da 2 a 6 mesi il periodo di trattenimento degli irregolari presso i Cie, resterebbero in libertà nel nostro Paese. Ma la Tunisia prende una posizione e motiva il rifiuto opposto a Maroni sul rimpatrio richiesto.
Il governo di Tunisi sostiene di avere chiesto denari, alcune decine di milioni di euro perchè “le precedenti operazioni di rimpatrio hanno rivelato numerosi casi di contagio dal virus Hiv, nonchè casi di tossicodipendenza tra parecchi immigrati al momento del loro rientro in Tunisia dal’Italia. Per seguire e trattare i casi patologici precisati, è stato richiesto alle autorità italiane di contribuire in maniera adeguata al rafforzamento degli sforzi della Tunisia in questo campo”.
Appresa la lezione dalla Libia, dove ci siamo calati le brache e sottoscritto un aiuto economico di 5 miliardi di dollari nei prossimi 20 anni, anche il governo di Tunisi bussa a quattrini, a torto o a ragione che abbia.
E noi restiamo come sempre col cerino in mano, tra centri di accoglienza sovraffollati e indecorosi, sparate mediatiche, linea dura che più insulsa non potrebbe essere se poi finisce per diventare un flop quotidiano, aumento continuo dei clandestini, danni al turismo di Lampedusa e immagine negativa all’estero .
Un concentrato di parole a cui non seguono fatti, accordi patacca spacciati per mirabolanti successi: la prossima volta Maroni vada a Tunisi a gustarsi un cous cous ed eviti di parlare di politica, sarà meglio per tutti.
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