MARTA FASCINA PARACADUTATA IN SICILIA PER ESSERE ELETTA IN UN COLLEGIO SICURO
FASCÌNA NON PARLA, NEMMENO IN PLAYBACK O COL GOBBO… SI È CERCATO QUALCHE PRECEDENTE DI REGINA SILENZIOSA, RITROVANDO LA PITTURA DI RAFFAELLO, “LA MUTA”
Sarebbe bello ascoltare, almeno una volta, la voce dell’onorevole Marta Fascina, quasi moglie del presidente Berlusconi, che ieri è stata candidata a Marsala, collegio strasicuro – e ci mancherebbe altro! Sarebbe bello poterla sentire, e non lo si dice qui per fissazione gossipivora, schizzinosa ironia o colpevole sessismo; ma per pura curiosità vieppiù alimentata da un aspetto a suo modo ieratico che rende il soggetto pressoché unico in questa nostra politica chiacchierona assai.
Fatto sta che Fascìna (pare che l’accento caschi sulla seconda) non parla, nemmeno in playback o col gobbo, per cui s’ immagina che la curiosità sia condivisa dagli elettori di Marsala, molti dei quali certo convinti che le elezioni servirebbero a indicare persone in grado di risolvere problemi collettivi – ma è inutile fare le anime belle, perché non è più così.
E a questo punto tocca ricordare, anche se non è simpatico, che proprio il lungo ciclo di potere berlusconiano ha introdotto o forse, meglio, ha ripristinato segni, simboli, linguaggi, in definitiva un sistema di comando che ha più a che fare con la monarchia che con qualsiasi statuto repubblicano. Per cui il re dispone, i sudditi eseguono, i collegi blindati e il titolo di parlamentare corrispondono alle investiture di un tempo molto lontano cui parecchi, in tutti i partiti per la verità, si sono ben adattati.
Non è qui il caso di ricordare la vasta casistica di cortigiani per gentile concessione del Signore di Arcore promossi alla Camera, al Senato, nelle regioni o a Strasburgo; né è opportuno soffermarsi sulla particolare predilezione del sovrano nei confronti di giovani donne la cui vita, come in una fiaba, è di colpo mutata grazie a un incontro e a un lampo di chimica con Silvione. Consolatorio, semmai, è che alcune di queste creature erano intelligenti e capaci, tanto da venire oggi indicate come modelli di progresso, emancipazione, differenza e quant’ altro va nel senso di un superamento del patriarcato (amen).
Ma Fascina, che da favorita cinque mesi fa è divenuta quasi regina, seguita a non parlare. Sì, certo, qualche tweet, qualche post, di recente uno abbastanza crudele contro il povero Brunetta, ma tutto scritto. La si è vista mano nella mano con l’anziano leader (circa mezzo secolo di differenza), c’è scappato pure un video con un bacio (nel sonoro, se non è un fake, si sente la voce di Cipollino Boldi che schiamazza «la lingua! La lingua!»).
Ma la voce mai; come se questo suo silenzio rispondesse a una prerogativa di status, magari travestita da strategia comunicativa volta ad aumentarne il fascino, il mistero, il potere. Pochissimo, in un mondo ultra pettegolo si continua a sapere di lei. Calabrese, vissuta in Campania, laurea in filosofia, proveniente, via Galliani, dall’universo del Milan. Eletta, adesso, in Sicilia
Con scrupolo degno di miglior causa si è cercato qualche precedente di regina silenziosa, ritrovando una celebre pittura di Raffaello, “la Muta”, che forse ritrae Giovanna da Feltre, figlia di Federico da Montefeltro, sguardo indecifrabile e labbra sigillate. Ma poi, spulciando la pagina Fascina su Instagram, si vedono un paio di cani che giocano con il sottofondo I will always love you di Whitney Houston, due pizze napoletane con su scritto “Silvio” e “Marta” e uno striscione-omaggio “Marta sei nel cuore di Napoli” – forse a Marsala ci resteranno un po’ male.
(da la Repubblica)
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