MATTARELLA COLPISCE ANCORA, IL GOVERNO HA DECISO CHE IL DISEGNO DI LEGGE SICUREZZA SUBIRÀ UNA TERZA LETTURA, DOPO CHE IL QUIRINALE HA “SUGGERITO” CORREZIONI AL TESTO
SARANNO MODIFICATE LE NORME CHE RIGUARDANO LE MADRI IN CARCERE, IL DIVIETO DI SIM PER I MIGRANTI E LE AGGRAVANTI PER CHI PROTESTA… SALVINI SI SMARCA DAGLI ALLEATI E SI OPPONE A UN RINVIO: “IL DDL VA APPROVATO IMMEDIATAMENTE SENZA PERDITE DI TEMPO”
Se così, all’improvviso, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani fa sapere che ci sarà una terza lettura sul disegno di legge Sicurezza, un provvedimento che sta facendo discutere da mesi, su cui la destra ha investito tanto e che ormai sembrava chiuso e intoccabile, diventa immediatamente intuibile un intervento del Quirinale.
E infatti: c’è stata una riunione, ieri, tra il governo e i rappresentanti parlamentari di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che ha analizzato i rilievi, ammesso le criticità, aperto a un confronto e impostato il lavoro di modifica. Tutto questo senza che, durante il vertice, ci fossero spaccature o liti. Fino a quando poi Matteo Salvini, come spesso gli accade, ha deciso di tenere comunque il punto e smarcarsi da quanto deciso con l’emissario di Giorgia Meloni.
Sono fonti di maggioranza a chiamare direttamente in causa la presidenza della Repubblica che avrebbe suggerito correzioni, in assenza delle quali la costituzionalità del ddl sarebbe stata incerta e così pure la firma del presidente Sergio Mattarella. Trovare conferme sul Colle è doppiamente difficile: un po’ perché il Capo dello Stato è totalmente assorbito dalla visita di Felipe VI re di Spagna e della consorte Letizia, coi quali sarà oggi a Napoli; ma soprattutto in quanto Mattarella non ritiene utile, per la salute delle istituzioni, rendere pubblici quei suoi interventi che rientrano nell’ambito della moral suasion, tanto più efficace quanto meno lo si viene a sapere in giro.
Ultimamente, oltretutto, le osservazioni del Quirinale sono state così frequenti che ai piani alti della Repubblica circola la battuta, paradossale, per cui Mattarella «qualcuna ogni tanto deve pur dargliela vinta». Si preferisce insomma mantenere il riserbo
Nel caso del ddl Sicurezza, tuttavia, qualche osservazione presidenziale c’è stata. Quelle che saltano agli occhi, confermate da fonti governative, sono in particolare un paio. La prima sulle donne incinte oppure con figli che non raggiungono l’anno di età: mandarle ugualmente in carcere nel caso di reati, come prevede il testo attuale del ddl, farebbe a pugni col divieto di trattamenti contrari ai principi di umanità.
L’altra osservazione, secondo ambienti parlamentari di centrodestra, riguarda il divieto per i migranti irregolari di acquistare una Sim del cellulare, impedendo perfino ai minori di comunicare con le famiglie d’origine. Anche in questo caso la Costituzione sarebbe messa in gioco, secondo il Colle.
Sullo sfondo (sebbene inespressi) i dubbi di qualche consigliere presidenziale sulla proliferazione dei reati che mal si concilia con il sovraffollamento delle carceri, da cui l’ondata di suicidi tra i detenuti denunciata a più riprese proprio da Mattarella.
Il ddl Sicurezza è una norma simbolo della destra italiana
Quella che ne svela il volto: repressivo, secondo gli avversari; securitario e adeguato ai pericoli della società contemporanea, secondo chi ne difende la legittimità e i tre partiti di maggioranza. Introduce nuovi reati e pene più severe.
Questi i fatti: Ciriani esce abbastanza soddisfatto dalla riunione di maggioranza. Con lui ci sono i capigruppo e due leghisti di governo: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e quello all’Interno Nicola Molteni. Due vedette di Salvini. A quanto risulta, nessuno dei due si oppone al nuovo tagliando del testo, voluto dal Colle, e al cronoprogramma che decidono assieme
Curiosamente, è Maurizio Gasparri, capogruppo del partito più moderato dei tre, Forza Italia, a porre la questione di non indietreggiare troppo. «Non lo snatureremo, state tranquilli. Saranno solo dei ritocchi», assicura Ciriani. Rassicurazioni che sembrano bastare.
Ma come hanno ormai imparato la premier Meloni e il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, bisogna sempre aspettare che prima o poi Salvini dica la sua. E puntualmente avviene. Con una nota, la Lega sconfessa la disponibilità di Palazzo Chigi a rivedere il testo e il confronto con Ciriani: «Va approvato immediatamente senza perdite di tempo».
Il ddl Sicurezza, sostiene Salvini, «è uno strumento di primaria importanza» voluto «fortemente dal governo per tutelare le nostre forze di polizia sottoposte a violenze durante le manifestazioni di piazza e per risolvere i principali fenomeni di allarme sociale, come le occupazioni abusive di case, che minano la sicurezza dei cittadini».
(da agenzie)
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