MAURO CONFESSA: AL SENATO SALVERO’ BERLUSCONI
SULLA DECADENZA IL MINISTRO DECIDERà€ “AL MOMENTO”… IL PIANO PER PRENDERE TEMPO E RIORGANIZZARE I POPOLARI
E li chiamano “moderati”.
Dentro Scelta Civica l’ora della resa dei conti è appena cominciata a botte di interviste incrociate grondanti risentimento .
Se Mario Monti, dalle colonne del Corriere , accusa il ministro Mario Mauro e Pier Ferdinando Casini di “snaturare Scelta Civica”, nell’ottica di una politica “Gps, dei posizionamenti, dello slalom”, dalla Stampa il ministro della Difesa risponde e poi replica ancora da Padova, dove ieri si è svolto il primo convegno delle nuove anime del futuro “Partito popolare”: “È l’ora di fare una proposta politica concreta, ora abbiamo tempo perchè il governo durerà ancora a lungo”.
I motivi per cui Mauro ostenta sicurezza sulla tenuta di Letta nascono dal patto siglato con il Cavaliere che passa — anche, ma non solo — dal voto sulla sua decadenza in Senato.
Che dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano, sembra sempre più incombente. Anche se, nella realtà , non lo è.
L’accordo sarebbe quello di tentare di rinviare il più possibile il voto dell’aula di palazzo Madama sulla decadenza.
Di fatto, l’evento non si potrà calendarizzare fino a quando la Giunta per il Regolamento non avrà detto la sua sulla proposta dei grillini riguardo al voto palese (appoggiato anche dal Pd), ma tocca ricordare che il presidente dell’organismo è Pietro Grasso.
Che pare voglia prendersi tutto il tempo necessario per un’attenta valutazione del caso, “pressato” anche da Pdl, Lega e — a questo punto — gran parte di Scelta Civica a non accelerare i tempi.
“Quello che vorremmo — ha detto infatti Gaetano Quagliariello — è che prima ci fosse una riflessione sulla legge Severino”.
Mauro, d’altra parte, ieri ha fatto eco a Casini sul fatto che “sul voto di decadenza di Berlusconi decideremo all’ultimo minuto”, ma la dichiarazione è servita solo a confondere le acque; il nuovo centrodestra ha bisogno di tempo per riorganizzarsi, i nuovi “popolari” sanno che non potranno fare a meno di Berlusconi, ma non lo vogliono neppure tra i piedi.
Di qui la strategia che prevede, intanto , la creazione di un gruppo autonomo al Senato dove confluiranno, a partire probabilmente da martedì, i primi 12 transfughi da Sc. Poi potrebbe essere la volta degli alfaniani, in modo da creare la base per quello che sarà il nuovo “Partito Popolare”, intorno a cui costruire una sorta di “nuova” Casa delle Libertà , in un’ottica tutta elettorale.
Svela, infatti, sempre Quagliariello: “Il centrodestra vuole provare a governare il Paese da solo ed è una cosa completamente diversa dal centro. È necessaria un’aggregazione tra forze, ma sono necessarie riforme delle istituzioni e della legge elettorale senza le quali il bipolarismo non si crea”.
Si spiega così anche il placet dato da centristi e alfaniani al Senato a un cambiamento del Porcellum con una legge che preveda il doppio turno di coalizione.
In questo modo, il Cavaliere resterebbe dentro il “sistema” rimanendo a capo della “sua” Forza Italia, con Alfano alla testa del Pp italiano e Casini a fargli da ideale spalla centrista.
Ma per far questo ci vuole tempo e, dunque, bisogna evitare come la peste tutte quelle possibili scosse derivanti dall’umor nero di Berlusconi, sempre pronto a staccare la spina al governo per votare a marzo.
Di qui la decisione di rinviare il più possibile — forse fino alla sentenza della Cassazione sull’interdizione — il voto sulla decadenza.
Complice anche una parte del Pd che non vuole dare una mano a Renzi con un voto anticipato.
E Pietro Grasso è di sicuro un loro esponente di primo piano.
Sara Nicoli
(da “il Fatto Quotidiano“)
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