MAXI INCHIESTA SU ELON MUSK, DALL’UE PRONTA UNA MULTA DA 1 MILIARDO DI EURO: “NON RISPETTA LA LEGGE SULLA DISINFORMAZIONE”
IL NEW YORK TIMES ANTICIPA LA BOMBA: LA RISPOSTA DELL’EUROPA AI DAZI COLPIRA’ DURO
L’Unione Europea è pronta a colpire Elon Musk con una multa salatissima. A riportarlo è il New York Times, citando quattro fonti anonime vicine al dossier. Secondo quanto scrive la testata americana, l’imprenditore sarebbe accusato di aver infranto il Digital Services Act (Dsa), la legge dell’Ue sui contenuti illeciti, la pubblicità trasparente e la disinformazione. Sulla vicenda è in corso un’inchiesta che nelle intenzioni dei procuratori dovrebbe portare, oltre alle sanzioni, anche a dei cambiamenti nella piattaforma X, considerato il mezzo con cui Musk avrebbe infranto la legge. Si prevede che le misure verranno annunciate nel corso dell’estate.
Il segnale forte e la possibile vendetta
Le autorità europee starebbero valutando l’entità della multa a Musk anche alla luce del sempre più pronunciato antagonismo di Donald Trump, di cui l’imprenditore sudafricano è uno degli alleati più fedeli. Da un lato, il vecchio continente vuole mandare un segnale forte al patron di X, dall’altro resiste l’intenzione di non inimicarsi il presidente degli Usa. L’equilibrio tra i due piatti della bilancia potrebbe essere raggiunto intorno al miliardo di euro, fanno filtrare le fonti europee. La sanzione potrebbe essere ridotta se X coopererà con le autorità e metterà in atto i cambiamenti richiesti. Le persone coinvolte sottolineano che l’indagine è partita nel 2023, e non è una risposta ai dazi imposti il 2 aprile da Donald Trump.
X e la minaccia per la democrazia europea
L’investigazione costituisce il più importante tentativo di far rispettare il Dsa finora. Inoltre, X affronta anche una seconda indagine dell’UE, più ampia, che potrebbe portare a ulteriori sanzioni. In quell’indagine, hanno affermato due persone, i funzionari dell’Ue stanno costruendo un caso secondo cui l’approccio non interventista di X nel controllo dei contenuti generati dagli utenti lo ha reso un centro
di discorsi d’odio illegali, disinformazione e altro materiale che è visto come un attentato alla democrazia dal blocco dei 27.
(da agenzie)
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