MEDICI SENZA FRONTIERE: “LA POLITICA DELL’ITALIA HA RIALIMENTATO IL BUSINESS DEI TRAFFICANTI DI UOMINI”
“IL VALORE ECONOMICO DEI MIGRANTI IN LIBIA SI E’ MOLTIPLICATO”… LA DENUNCIA CONTRO “L’IPOCRISIA DELLE POLITICHE EUROPEE”
“Il valore economico dei migranti che vengono riportati in Libia si è moltiplicato. Si è messo su un sistema che sta rialimentando il business dei trafficanti di uomini e del quale noi non vogliamo essere complici”.
Gabriele Eminente, direttore generale di Msf, traccia un bilancio scuro dei sei mesi trascorsi dagli accordi stretti tra Viminale e Libia che hanno fatto diminuire del 32 per cento gli arrivi di migranti in Italia nel 2017.
Eminente, voi siete critici anche nei confronti del patto siglato dalla conferenza di Abdijian per lo svuotamento dei centri di detenzione in Libia. Perchè?
“Siamo necessariamente diventati scettici rispetto alla reale applicazione delle misure che vengono adottate. Non è nè la prima nè l’ultima volta. Lo ha detto anche Filippo Grandi, L’Unhcr è riuscito ad evacuare 1.000 persone e spera di arrivare a 2.000. La situazione in Libia è drammatica. È chiaro a tutti che parliamo di numeri piccolissimi e di tempi lunghi. Lì ci sono 4-500.000 persone in condizionidi estrema difficoltà ”.
Insomma, secondo voi è come provare a svuotare il mare con un cucchiaino?
“Esatto. E in più si continua con un grande esercizio di ipocrisia. Le politiche europee configurano una complicità vergognosa perchè si dice che sono diminuite le partenze ma non si dice che il modo per farlo è quello di tenere bloccate le persone in quell’inferno”.
Msf è rimasta l’unica Ong a non aver firmato il codice di autoregolamentazione voluto dal Viminale e ha risposto no anche al bando della Farnesina per andare ad operare nei centri di detenzione. Perchè questo no su tutta la linea?
“Già dai giorni immediatamente successivi all’adozione del codice si è visto come quelle firme siano state inutili. Anche chi ha firmato, come Moas e Save the children, è andato via dal Mediterraneo o, come Proactiva open arms, è stata bloccata dai libici in un paio di occasioni. Il codice è stato uno strumento di propaganda inutile. Non è vero che il codice ci consentiva di operare con nuove regole. Quello che si è fatto è consentire ai libici, con i nostri finanziamenti, di riportare in Libia migliaia di persone”.
Anche andare ad operare nei centri di detenzione in Libia vi pare inaccettabile?
“Questo è un dilemma. I nostri medici continuano ad operare in mare sulla nave di Sos Mediterranèe e a terra operiamo con cliniche mobili. Sappiamo che ci espone a grossi rischi ma lavoriamo in totale indipendenza, senza finanziamento dei governi di cui non condividiamo le politiche, come facciamo ormai da dopo gli accordi raggiunto tra Europa e Turchia per la chiusura della rotta balcanica. E questo per noi è irrinunciabile”.
(da “La Stampa”)
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