MENO IMMIGRATI, MENO CRIMINI? I DATI UFFICIALI DICONO CHE IL TASSO DI CRIMINALITA’ E’ LO STESSO
E’ DELL’1,23% TRA GLI STRANIERI REGOLARI CONTRO LO 0,75% DEGLI ITALIANI, SOPRA I 40 ANNI E’ ADDIRITTURA INFERIORE AL NOSTRO….IL 70-80% DEGLI STRANIERI DENUNCIATI E’ IRREGOLARE, MA L’87% RIGUARDA NON UN REATO SPECIFICO, MA LA MERA CONDIZIONE DI CLANDESTINITA’….IL PREMIER DIMENTICA CHE GLI IMMIGRATI PRODUCONO IL 10% DEL PIL E VERSANO 7 MILIARDI ALL’INPS
Due giorni fa in Calabria, in occasione del Consiglio dei ministri dedicato ai problemi della Calabria, il presidente del Consiglio ha pronunciato una frase che ha suscitato non poche polemiche: “La riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali”. Forse in quel momento la vicinanza con Maroni gli ha fatto pensare di essere il segretario della Lega, cosa che peraltro ormai nella politica governativa accade spesso, e non il premier del Paese.
Perchè certe frasi ad effetto e qualunquiste sono patrimonio dei forchettoni leghisti, ma non certo del popolo del centrodestra istruito che sa leggere le statistiche e ne trae le doverose conseguenze.
Frasi infondate alimentano, come ben sappiamo, un diffuso razzismo nel Paese che non giova neanche al vivere civile e alla sua economia.
Basta documentarsi e non sparare banalità : sono i numeri a dire che gli immigrati non delinquono più degli italiani.
Secondo i dati Istat infatti, il tasso di criminalità degli immigrati regolari in Italia, è dell’ 1,23%, contro lo 0,75% di quello dei nostri connazionali.
Se si considerano le persone oltre i 40 anni è addirittura inferiore al nostro.
La maggior parte dei reati commessi da stranieri è opera piuttosto di immigrati irregolari, ma i dati ufficiali evidenziano che sul totale delle denunce, ben l’87% riguarda solo la mera condizione di clandestinità .
Ovvero il reato commesso da 4 stranieri su 5 riguarda l’essere stati sorpresi in Italia senza regolare permesso di soggiorno e dunque la sola violazione delle leggi sull’immigrazione, non chissà quale reato o delitto.
Non esiste, secondo le statistiche, un legame tra l’aumento degli immigrati regolari e l’aumento dei reati in Italia.
Ma il premier ha dimenticato di citare gli aspetti positivi della presenza degli immmigrati nel nostro Paese, dimostrando una mancanza di riconoscenza verso questo mondo che ha saputo integrarsi.
Rappresentano il 7,2% della popolazione, i lavoratori stranieri sono circa due milioni e producono il 10% del Pil nazionale, versano ogni anno all’Inps sette miliardi di euro e pagano al fisco una cifra che supera i 3,2 miliardi di euro. Inoltre ogni 100 nati in Italia, più del 12% ha un genitore straniero.
A questi immigrati il governo deve rispetto e stima: adempiono ai loro doveri e sarebbe l’ora di riconoscere loro anche dei diritti, non farli passare sempre per il capro espiatorio dei nostri problemi interni.
Questa subcultura xenofoba che anche il Pdl, appiattendosi sui temi della Lega, sta alimentando, porterà solo a conflittualità e non a una integrazione reale e produttiva per l’Italia.
E certi temi non si possono affrontare con arrogante banalità , vanno studiati, compresi in buona fede e gestiti.
L’Italia non ha bisogno nè di razzisti nè di apprendisti stregoni, ma di leader che sappiano leggere e cavalcare il futuro.
Nell’interesse di tutti, da nord a sud.
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