MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI: SI PAGA L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI”
FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA
Già il 5 dicembre 2024 “Il Riformista” annunciava “La desertificazione degli storici Studios di Cinecittà colpisce e non poco. Se ancora pochi mesi fa l’ex amministratore delegato Nicola Maccanico mostrava toni trionfali, da qualche settimana la situazione è radicalmente mutata: si scopre che gli studi non sono più affollati, e molte delle multinazionali straniere che venivano a girare in Italia guardano ad altri mercati.
E nulla è cambiato con l’arrivo da luglio del 2024 di un nuovo amministrato delegato, Manuela Cacciamani, cara a Arianna Meloni nonché partner di Francesco Rutelli nel progetto “Videocittà”. Anzi, gli studios sono sempre più deserti.
Sondare i produttori, soprattutto i grandi produttori internazionali, per favorire una maggiore occupazione degli studios, è un’impresa non facile soprattutto per la cinquantenne Cacciamani che ha alle spalle un curriculum di produttrice di film “fantasma” e documentari che non hanno lasciato la minima traccia: lungometraggi come “Un oggi alla volta” di Nicola Conversa, ‘’Ötzi e il mistero del tempo’’ di Gabriele Pignotta, “Il Maledetto” di Giulio Base, “L’uomo dal Fiore in Bocca” di Gabriele Lavia, “Bar Giuseppe” sempre del prediletto Base.
Qualcuno si ricorda di cortometraggi come “Il viaggio degli eroi” o “Unfitting” di Giovanna Mezzogiorno? In compenso la Cacciamani ha prodotto spot per i Pampers e il Ministero della Salute e videoclip per Fabri Fibra, Fedez, J-Ax, Jovanotti, Mina, Tiromancino e il docufilm “Pooh – Un attimo ancora”.
Un po’ poco per affidare a Cacciamani il ruolo apicale di Cinecittà Spa, cardine fondamentale del sistema audiovisivo italiano, società pubblica di proprietà del ministero dell’Economia ma la cui gestione è in mano al ministero della Cultura che ogni anno bonifica oltre 25 milioni di euro a Cinecittà, a cui si aggiungono oltre 200 milioni di euro di fondi Pnrr per l’ampliamento degli Studios di via Tuscolana.
Ma forse per insediare la Cacciamani sul trono di Cinecittà, per il governo Meloni è stata più decisiva la fede politica che il possesso di più competenze e capacità. Infatti, chi ritroviamo nella segreteria di gabinetto della Regione Lazio, diventando una delle consigliere più fidate del presidente, Francesco Rocca? Maria Grazia Cacciamani, sorella di Manuela.
“Dopo la candidatura al Senato nel 2018 nelle liste di Fratelli d’Italia, la militanza di Maria Grazia Cacciamani non è venuta mai meno. Alle ultime europee ha fatto campagna elettorale ventre a terra per FdI”, ha ricordato Stefano Iannaccone sul “Domani”.
“Un reticolo di potenziali conflitti di interessi, legami intrecciati tra sorelle e il solito amichettismo di destra”, continua a martellare il “Domani”. E squaderna che “Il ministero di Adolfo Urso, il MAXXI di Alessandro Giuli, il ministero della Cultura di Gennaro Sangiuliano e la regione Lazio di Francesco Rocca hanno finanziato la società One More Pictures di Manuela Cacciamani, legata alle sorelle Meloni – in particolare Arianna – tanto da essere nominata, nello scorso luglio, amministratrice delegata di Cinecittà”.
“Ma del resto che Manuela Cacciamani vantasse buoni rapporti a destra, è storia nota”, aggiunge Iannaccone, “In passato ha avuto contatti con Giorgia Meloni. Una delle sue società, in questo caso la Direct 2 brains (una sorta di spin off della One More Pictures), ha lavorato con l’attuale leader di Fratelli d’Italia, quando era ministra della Gioventù del governo Berlusconi per uno spot istituzionale”.
Gran finale: “Appena diventata ad di Cinecittà, Cacciamani ha lasciato tutti gli incarichi privati, compresi quelli nella One more pictures. La gestione delle società è stata trasferita nelle mani di Gennaro Coppola, il suo compagno, oltre che socio in affari. Quindi lei è al comando di una società pubblica dell’audiovisivo, lui al timone dell’azienda di famiglia che opera nello stesso settore”.
Va detto che la desertificazione di Cinecittà sconta anche le vicissutudini del Tax Credit (i finanziamenti statali che coprono tra il 15 e il 40% il costo complessivo di produzione) decisi dai ministri Sangiuliano e Giuli.
Tre giorni fa, il Tar del Lazio ha rinviato al 27 maggio il dibattimento sui ricorsi che piccole e medie società di produzione hanno presentato contro i decreti ministeriali, che vorrebbero riformare l’intervento dello Stato a favore del settore.
Risultato: film bloccati, lavoratori a spasso e tante imprese che lavoravano a Cinecittà (per le scenografie etc) costrette a riciclarsi nell’edilizia, perché non ci sono produzioni.
Tale paralisi dell’industria cinematografica italiana avviene mentre la Spagna è diventata in Europa molto richiesta come location per le riprese. Secondo Hollywood Reporter, tra il 2019 e il 2022, 165 produzioni internazionali incentivate che giravano in Spagna hanno speso almeno 1,3 miliardi di euro e generato un valore lordo stimato di almeno 1,8 miliardi di euro per l’economia spagnola.
Il report ha concluso che il 70% di tale spesa non si sarebbe verificata senza gli incentivi internazionali della Spagna, arrivando a un massimo di 20 milioni di euro per film o 10 milioni di euro per episodio di serie, non superando il 50% dei costi di produzione.
Anche in America, i finanziamenti alle produzioni stanno scatenando una rissa tra Stati. A Hollywood non solo vengono commissionate meno serie ma sono stati girati il 31,3% in meno di film rispetto agli ultimi cinque anni, e sono stati persi migliaia di posti di lavoro.
La California è diventata meno competitiva perché offre 330 milioni di dollari di agevolazioni fiscali all’anno, mentre New York ne offre 700 e altri come la Georgia, con Atlanta come punto chiave per le riprese, non hanno alcun tetto.
Questo senza considerare altri paesi che incoraggiano le riprese, come il Canada. E qualche mese fa il governatore della California, Gavin Newsom, è corso ai ripari proponendo di raddoppiare le agevolazioni fiscali per il cinema.
(da Dagoreport)
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